"Per far sapere che è arrivato in Sicilia -scrive Sgarbi- dopo la lunga stagione romana, chiede 10 anni di condanna per Lombardo lo stesso procuratore capo Giovanni Salvi, uomo notoriamente di sinistra, come lo era Giancarlo Caselli, che pure mostra di vergognarsene. Occorrerà dunque rivedere la storia del governo di Lombardo per verificare le infiltrazioni mafiose nella Regione, tanto più incredibili perché, con furbizia Lombardo aveva infiltrato nella sua giunta alcuni magistrati noti per integrità, storia personale e lotta alla mafia, come Massimo Russo, Giovanni Ilarda e Caterina Chinnici, figlia di un grande magistrato ucciso dalla mafia".
Nell'articolo Sgarbi parla anche della propria vicenda giudiziaria a seguito dello scioglimento per infiltrazione mafiosa del Comune di Salemi, ove Lui era Sindaco. Il critico d'arte spiega come a distanza di molto tempo la magistratura non sembra essere in grado di motivare con i fatti quella decisione, dato che nessuno è stato arrestato e che c'è solo un indagine in corso a carico di personaggi della vecchia Dc che avevano amministrato prima di Lui.
Insomma, secondo Sgarbi anche in Sicilia c'è una parte della magistratura che gioca alla distruzione di alcuni soggetti politici. Poi l'affondo su Crocetta, "il quale, naturalmente, si proclama nemico della mafia. Che, come di consueto, non manca di fargli avere voti per ottenere norme a proprio danno. Anche Crocetta ha magistrati nella sua giunta. Se fossi in lui comincerei a preoccuparmi. Salvi chi può".

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