martedì 24 settembre 2013

Giarre: zero sicurezza, zero decoro urbano, zero dignità della politica

"Benvenuti a Giarre" - il grande tabellone che dava il benvenuto nella città
dall'ingresso di S. Maria la Strada non si vede più.
La Città di Giarre soffre di gran parte dei mali di cui soffre l’intera Sicilia, poca sicurezza, poca legalità, molto abusivismo, quasi nulla dignità della politica; la peculiarità è che qui questi mali crescono in maniera smisurata, ecco: Giarre è una Sicilia esagerata.
Da almeno due lustri la città che fu capoluogo dalla vasta area jonico-etnea, il centro del commercio e dell’artigianato, è diventata la capitale delle opere pubbliche incompiute, del degrado e della criminalità.
La classe politica che Giarre ha espresso negli ultimi dieci anni se valutata -com’è di giusto- con il metro delle condizioni in cui era la città e in cui è oggi, è da giudicare come inadeguata e fallimentare, poiché se è vero che non tutte le colpe sono della politica, molte delle responsabilità sulla pianificazione dello sviluppo territoriale (che comprende anche la sicurezza) sono da addebitare a chi questo territorio lo ha governato. 
La verità è che Giarre è stata -e guardando i nomi di chi siede in Consiglio continua ad essere- una colonia di potentati politici che hanno avuto cuore tutt’altri interessi rispetto alla crescita morale, materiale e civile della Città.
Così le incompiute restano incompiute e i politici di oggi scaricano le colpe sui politici di ieri, che poi i politici di ieri, da molti vituperati, sono quelli a cui portavano la borsa i “grandi” politici di oggi che tra un giro di porcellum e l’altro hanno anche trovato un insperato scranno romano. Poi dicono che in Italia non c’è mobilità sociale…
Nel frattempo però abbiamo assistito agli spot della precedente amministrazione che, mentre perpetrava enormi buchi di bilancio, propagandava Giarre come capitale europea delle incompiute, rilasciando interviste alla Bbc e inviando pezzi di incompiute alla Biennale di Venezia. Guarda che artisti incompresi sono i giarresi, avranno certamente detto, tra un sorriso e l’altro, i critici continentali e d’oltre frontiera. Oggi -per grazia divina- quella giunta non c’è più, ma presso le incompiute sono tornati i caroselli dei sopralluoghi delle commissioni consiliari; ne sentivamo la mancanza.
E mentre nel palazzo si consumano le solite liturgie, consiglieri che segnano assenze strategiche in Consiglio perché non sono stati accontentati come volevano, altri che vanno in commissione firmano e se ne vanno, e tante altre cose su cui non vale neanche la pena soffermarsi, la città sprofonda in una crisi profonda dettata anche dalla mancanza quasi assoluta di sicurezza. In questi primi venti giorni di settembre già quattro eventi gravi hanno rappresentato la serietà della situazione: per ben tre volte l’Ard discount di Corso delle Province ha subito delle rapine e la Posta di S.Giovanni Montebello è stata oggetto di un tentativo di rapina, quest’ultima ventata solo dal pronto intevernto dei Carabinieri; nella seconda metà di agosto sono stati presi di mira dai rapinatori altri due supermercati, in più vanno considerati i furti di auto (almeno 3/4 al giorno) e le numerosissime denuncie per furti in private abitazioni.
Alla crisi della sicurezza si aggiunge l’assoluta mancanza di un decoro urbano che sia degno del rango di una città capofila, non sono giustificabili in nessuna maniera i cumuli di sabbia nei pressi della Stazione della Circumetena, la sporcizia della piazzetta Macherione, l’abbandono della villetta sita in via Pertini, la tacita e colpevole tolleranza del mercatino abusivo degli extracomunitari nell’ottocentesca ed oggi decaduta Villa Margherita, l’altrettanto colpevolissimo silenzio sulle decine di mercanti abusivi che giornalmente trasformano le strade di Giarre in un mercato natural-abusivo. 
E poi, vogliamo parlare delle condizioni delle strade? Probabilemente la lunga Via Balbia che costeggia la riviera libica, inaugurata da Mussolini negli anni ’30, versa in condizioni milgiori, quantomeno se qualcuno ruba la botola di un tombino, le autorità non la sostituiscono con una transenna e un copertone infilati dentro al tombino medesimo, ma a Giarre abbiamo visto anche questo!
Insomma, Giarre è in una crisi profonda, e il vero danno è che all’orizzonte non vi è la minima speranza di intravedere una classe dirigente capace di risollevare le sorti della città, perché non ci sono gli uomini capaci -e se ci sono, sono in minoranza- e perché infondo non vi è neanche la volontà.

(Alberto Cardillo - I Vespri)

Nessun commento:

Posta un commento