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Mauro La Mantia (FdI), 33 |
La scorsa settimana si è svolta a Roma la festa di Atreju, la tradizionale Kermesse del movimento giovanile di An, oggi festa di Fratelli d’Italia. A conclusione della tre giorni romana, Giorgia Meloni, ex Ministro della gioventù, oggi deputato e coordinatrice di FdI, ha lanciato “Officina Italia”, un nuovo laboratorio politico dove discutere di un nuovo centrodestra finita l’era Berlusconi (sempre che il Cav. non s’inventi qualche nuovo e pazzesco colpo di scena). Ma davvero Fratelli d’Italia potrà intestarsi il difficile compito di traghettare verso il futuro lo schieramento politico di cui Berlusconi è tutt’ora padre-padrone? Ne abbiamo parlato con Mauro La Mantia, storico dirigente di Azione Giovani e Giovane Italia, oggi, dopo aver lasciato il Pdl nel dicembre scorso, è uno degli esponenti siciliani più attivi del partito della Meloni.
La Mantia, ad Atreju sono state poste le basi per un nuovo progetto politico denominato “Officina Italia”. L’orizzonte è un nuovo partito di destra o la composizione di un nuovo centrodestra “deberlusconizzato”?
In Italia, per ragioni storico – politiche, quello che chiamiamo centrodestra in qualsiasi altro Paese europeo si chiama destra. Ad ogni modo per noi sono etichette, quello che conta sono i contenuti. Nel suo intervento Giorgia Meloni ha indicato quali sono i contenuti che Fratelli d’Italia vuole portare in “Officina l’Italia”. Ne cito solo alcuni: la sovranità nazionale, il riposizionamento dell’Italia nell’UE e la questione dell’Euro, la guerra ad ogni privilegio come le pensioni d’oro, la difesa dei valori non negoziabili. Il nuovo centrodestra che abbiamo in mente è molto diverso da quello attuale. Vogliamo programmi chiari, nessun governo tecnico o di larghe intese con la sinistra, elezioni primarie a tutti i livelli e la selezione della classe dirigente secondo criteri di merito e consenso popolare.
Come giudica lo scetticismo che ha qualcuno da destra -vedi Storace- nei confronti di “Officina Italia”?È uno scetticismo che francamente non comprendo. Il perimetro tracciato da Giorgia Meloni del nuovo soggetto politico è ancorato a valori e programmi della destra italiana. Non vorrei che qualcuno guardi con sospetto la realtà di un partito, come Fratelli d’Italia, che oltre ad avere una classe dirigente “navigata” ha anche una nuova generazione, di cui la Meloni è la massima espressione, che vuole ricostruire quanto i colonnelli hanno distrutto.
Le elezioni europee si avvicinano, a quale elettorato punta FdI, e perché gli elettori di centrodestra dovrebbero votare per il vostro partito anziché PdL-FI o altre piccole formazioni a destra? Gli elettori che sono alla ricerca di una valida alternativa politico – culturale alla sinistra possono trovare in Fratelli d’Italia un nuovo centrodestra che superi errori e contraddizioni di quello vecchio. Penso alla questione dei condannati nelle liste, ai metodi poco politici di selezione della classe dirigente ed ai tanti errori commessi quando eravamo al governo della nazione. Noi abbiamo fatto autocritica, vogliamo voltare pagina.
Alla prossima tornata elettorale troveremo il simbolo di Fratelli d’Italia sulla scheda o ci sarà un rassemblement di più partiti? Noi continueremo a radicare Fratelli d’Italia sul territorio preparandoci alle prossime elezioni. “Officina Italia” servirà a lanciare un manifesto politico che unisca in Fratelli d’Italia i tanti delusi del centrodestra.
Anche in Sicilia Fratelli d’Italia sta lavorando da mesi al radicamento territoriale. Come giudica il cammino compiuto sin qui e quali saranno i prossimi passi del coordinamento siciliano del partito? Alle scorse elezioni politiche in Sicilia non sono scattati i seggi quindi rispetto ad altre regioni abbiamo avuto qualche difficoltà. Tuttavia in questi giorni abbiamo ricevuto tanti segnali di vicinanza di ex dirigenti e militanti di An e di altri partiti di centrodestra che vogliono unirsi a noi. Ci aspettano mesi di opposizione nelle piazze contro un governo regionale incapace di risolvere i problemi dei siciliani.
Il futuro del centrodestra italiano è il tandem Meloni-Tosi?È una bella suggestione che può realizzarsi. Quella di Tosi e Meloni sono storie politiche diverse che però si incontrano su tanti punti programmatici. Il futuro, credo non molto lontano, del centrodestra è certamente rappresentato da loro.
Ultima domanda. Si dice che Giorgia Meloni sia una Marine Le Pen in salsa italiana, qualche “maligno” dice però che però guarda con troppa attenzione al liberal-conservatorismo e poco alla destra sociale. Che ne pensa? Io domenica scorsa ho sentito ad Atreju un discorso di alto livello politico di un leader le cui parole d’ordine sono quelle iscritte nella tradizione della destra italiana. Questa tradizione affonda le sue radici nei valori e nei programmi della destra sociale. Da Cameron e la Merkel non ho mai sentito la critica alle lobby finanziarie che affamano ai popoli, l’opposizione ad un’Europa dei tecnocrati, la difesa dello Stato sociale, la tutela della famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, il sostegno alla vita dal concepimento alla morte naturale.
(Alberto Cardillo - I Vespri)
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