Per raccontare questa storia di italica ingiustizia bisogna
tornare indietro di qualche anno.
Era la fine del mese di ottobre 2002, alle 11:02 una
fortissima scossa, concomitante con l’eruzione del vulcano Etna, scuote la zona
jonico-etnea e parte dell’acese, colpendo maggiormente i Comuni di Santa
Venerina, Giarre, Acireale, Sant’Alfio, Milo. Il bilancio è catastrofico: centinaia
di feriti, 1.300 senza tetto, 3.000 coloro che hanno subito danni.
Per fronteggiare le pesanti ripercussioni della calamità
naturale, il Governo Berlusconi decise di dichiarare lo Stato di emergenza,
sospendendo il pagamento delle tasse fino al 2005 per i cittadini dei Comuni
più colpiti.
Da quella data in poi i cittadini avrebbero potuto pagare il
tutto o in un'unica soluzione o in una rateizzazione con 304 rate. Quindi da
una parte vi furono coloro che preferirono pagare ugualmente, mentre dall'altra
molti decisero di attendere la rateizzazione, e altri -che come spesso accade
in Italia- approfittarono della situazione per cercare di non pagare quasi del
tutto.
Nel 2007, al fine di incentivare a pagare chi ancora non lo
aveva fatto, fu concessa una regolarizzazione: versare i tributi dovuti
all’erario ma con uno sgravio del 50%. A questo punto entra in scena il
comitato spontaneo “Sisma 2002”, rappresentato dal Dottore Commercialista
acese, Rosario Calabretta.
Da allora il comitato di cui sopra si batte contro quella
che definiscono una vera e propria “truffa a danno dei cittadini onesti che
pagano le tasse”. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo raggiunto al
telefono Rosario Calabretta. “Ci troviamo di fronte ad una vicenda di
maleducazione fiscale -afferma il portavoce di “Sisma 2002”- come al solito il
fesso è chi paga, chi non paga trova sempre una scappatoia. Chi dopo il 2005 ha
pagato tutte le tasse è stato trattato in modo diverso da chi non ha pagato e
dopo il 2007 ha potuto usufruire di uno sgravio del 50%.”
Questa vicenda, ricorda inoltra Calabretta, ricalca da
vicino quella del 1990, quando a seguito di una calamità naturale causata
sempre dai movimenti tellurici dovuti all’attività dell’Etna, fu concessa
dapprima una proroga per il versamento dei tributi e poi seguirono una serie di
sgravi per chi non aveva pagato che arrivarono addirittura fino al 90%. “Oggi
-ricorda Calabretta- vi sono molti cittadini che vogliono indietro i soldi che
hanno versato, chiedendo pari trattamento con gli altri più avvantaggiati che
hanno usufruito degli sgravi. Per questo chiediamo allo Stato di mettersi in
regola, anche perché ben tre sentenze della Cassazione hanno dato ragione alle
istanze di quei cittadini a tutti gli effetti truffati dall’erario. Sono oltre
70.000 i ricorsi in corso, cosa accadrà quando molti di questi arriveranno alla
sentenza? Lo Stato dovrà restituire i soldi con l’aggravio dei tanti
interessi”.
Ma a che punto è oggi la battaglia che si è intestata il
Comitato “Sisma 2002”?
“Dopo quasi dieci anni di lotte -spiega un quasi rassegnato
Calabretta- mi sento un po’ disarmato. Gli alti piani della politica non ci hanno
sostenuto, anzi c’è stato una sorta di muro di gomma d’innanzi al quale si sono
schiantate le richieste di decine di migliaia di cittadini. Nonostante tutto,
comunque, abbiamo coinvolto il Consiglio Provinciale di Catania e tutti i 13
Consigli Comunali dei Comuni dove ricadeva l’area dei cittadini che potevano
usufruire degli sgravi. I Consigli -aggiunge Calabretta- hanno votato delle
delibere chiedendo giustizia per i propri cittadini onesti e dandomi mandato
per difenderli nelle sedi opportune”.
Nel 2011 qualcosa sembrava sbloccarsi, quando il Comitato
rappresentato da Calabretta, ormai alla ribalta della stampa nazionale, fu
ricevuto dall’allora Presidente della Camera, Gianfranco Fini, il quale si
impegnò nell’attenzionare la questione. Il gruppo di Futuro e Libertà formulò
anche un’interrogazione al Governo, il quale rispose però che chi aveva pagato non
aveva diritto ad alcun rimborso.
“Da allora la nostra battaglia ha subito un duro colpo
-spiega un dispiaciuto Calabretta- molti di quelli che tra politici e
rappresentanti delle categorie ci avevano dato sostegno, una volta spenti i
riflettori dei media ci hanno abbandonati e oggi ci troviamo praticamente da
soli. I politici locali che siedono a Roma non ci hanno aiutato e perfino la
Confcommercio si è defilata quando abbiamo chiesto aiuto a loro per indire una
class action. Questo fa capire -chiosa il portavoce di “Sisma 2002”- che è in
gioco una grande partita di ordine non solo economico ma anche morale.
Noi comunque non molleremo finché non sarà fatta giustizia”.
(Alberto Cardillo - I Vespri, 28/09/2013)