Tutto ciò impone e imporrà una seria discussione sullo sviluppo della città e sulle sue vocazioni, sulla base delle quali bisognerà organizzare un'efficace pianificazione territoriale.
Deve essere solo la vocazione naturale del territorio a indicare la rotta per un piano regolatore moderno ed efficiente, qualsiasi altro fattore appartiene al passato ed è bene che vi rimanga.
Lo stesso discorso deve valere anche in materia di valorizzazione del centro storico, il quale deve essere oggetto sia di tutela dell'assetto storico, sia di una nuova e moderna vivibilità complessiva, questa però non può avvenire attraverso la concessione di nuove cubature, perché ciò comporterebbe l'incetta di immobili a fini speculativi e quindi ulteriore disordine nella struttura del centro storico. Bisogna scoraggiare con tutti i mezzi potenziali “ furbetti del quartierino”, poiché questi potrebbero avvantaggiarsi di politiche sbagliate che potrebbero maturare sul Prg. Il centro storico va sviluppato, quindi, con la ristrutturazione e la bonifica di ciò che c'è già, nel rispetto di un piano del decoro urbano che deve assolutamente essere varato e poi rispettato negli anni. Anche in quest'ottica è sbagliato alienare le proprietà comunali, in una città in cui nel passato si è avuta l'allegra politica delle locazioni che come risultato avevano l’esoso esborso dell'ente comunale in favore di pochi “fortunati”. I beni destinati all'uso pubblico devono rimanere tali, vincolati a questa destinazione, scoraggiando qualsiasi acquirente magari speranzoso in facili cambi di destinazione d'uso. Questa deve essere una pietra miliare irrinunciabile.
Al di là degli slogan -che per il bene di Giarre è giusto sperare che si traducano in realtà- e delle scelte di dettaglio che si effettueranno, dovrà essere chiaro a tutta la classe politica giarrese -specie a chi siede nella stanza dei bottoni- che il nuovo piano regolatore dovrà servire principalmente a rendere la città vivibile e a porre le basi per la creazione di nuovo lavoro, certamente non per incoraggiare la speculazione utile ad arricchire soltanto poche persone e gruppi di pressione.
Infine, un consiglio non richiesto. Per dare luce ad un buon Prg, l'Amministrazione e il Consiglio comunale dovrebbero valutare la possibilità di coinvolgere in prima battuta tecnici di diverse estrazioni politiche e di diverse tendenze culturali, e poi anche tutto il resto della cittadinanza, magari aprendo un forum dove tutti cittadini possano dialogare con le istituzioni, suggerendo delle azioni e chiedendo spiegazioni.
I Giarresi onesti sono testardi, sperano ancora nella “casa di vetro”, magari aumentando la cubatura -questa sì- della trasparenza.
Alberto Cardillo, I Vespri, 26/07/2014
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