sabato 28 giugno 2014

Giarre querelara. Caro Sindaco, così non va

“Ha vinto al Festival di Cannes il film che dice tante cattiverie su di me? Se uno fa politica pare che essere ignorato sia peggio che essere criticato. Dunque...”.
Quelle sopracitate solo le parole che Giulio Andreotti rilasciò ad un’agenzia di stampa nel 2008, commentando la notizia del successo de “Il Divo” al festival del cinema di Cannes.
Ho voluto lasciare l’incipit di questa mia breve riflessione alle parole di un gigante della prima repubblica che nel bene e nel male ha segnato gli anni della trasformazione dell’Italia da nazione sconfitta a potenza mondiale.
Qualcuno si chiederà cosa centri Andreotti con “Giarre contemporanea”, cosa centri quella politica con l’attuale; la risposta è poco o niente. E vi spiego perché, purtroppo.
Sono rimasto tristemente sbalordito nell’apprendere la notizia che il sindaco della mia città ha denunziato Giannunzio Musumeci per una frase pronunciata a margine di una seduta di un Consiglio comunale, nel pieno espletamento del diritto-dovere di controllo che spetta ad un consigliere, specie se di opposizione.
La politica che finisce in un’aula giudiziaria non è politica, quantomeno in uno Stato di cultura liberale.
Il sindaco e il suo entourage certamente controbatteranno sulla gravità dell’affermazione pronunziata dal Musumeci, ma chi è che in politica può stabilire il livello di gravità di un’affermazione pronunciata nel contesto di un acceso dibattito su una questione politicamente controversa?
Musumeci sarebbe colpevole di aver definito Bonaccorsi come un “affarista”,  presunta offesa maturata nel contesto della battaglia dell’opposizione contro il progetto di allargamento di Piazza Duomo caldeggiato in prima persona dal sindaco.
A dire del consigliere, il sindaco nell’allargamento della piazza ci avrebbe guadagnato, poiché grazie alla chiusura del prolungamento di via Garibaldi sarebbe aumentato il valore degli immobili di proprietà della sua famiglia che -è un fatto inoppugnabile- si affacciano proprio sulla piazza in questione. Il sindaco ha agito con dolo? Nessuno, né tantomeno l’opposizione non può dirlo, ma può certamente dubitarne, può quest’ultima accendere una spia nel livello di controllo da parte dell’opinione pubblica. Insomma, è del tutto legittimo che l’opposizione chieda al sindaco di essere al di sopra di ogni sospetto, così come deve essere ogni uomo delle istituzioni. Ci sta che nel fervore dialettico dello scontro tra due visioni politiche scappi una parola in più, così al forse troppo ardito “affarista” del Musumeci sarebbe stato più logico e giusto aspettarsi una replica immediata tipo “imbonitore!” o “imbroglione!”, chiudendo lì la questione, senza ricorre alle carte bollate.
Tra l’altro, nel frattempo, sull’onda del largo dissenso popolare la proposta di allargamento della piazza è stata abbandonata.
Ricollegandomi all’autorevolezza di quella politica di cui Andreotti fu uno dei simboli insieme a Berlinguer, Almirante, Craxi, ecc,  mai a Giarre è accaduto che un sindaco querelasse un consigliere per parole proferite in merito ad una contesa politica, eppure le cronache di un tempo ci parlano di Consigli comunali al limite dell’incandescente, dove non si dibatteva solo su “monotoni” debiti fuori bilancio, riequilibri di bilancio, ecc. C’era la politica ideologica, c’era cultura politica e conseguente mutuo riconoscimento di legittimità, per cui meglio una sedia in testa che una querela.
Ma a dire il vero anche negli ultimi vent’anni è stata una sorta di regola non scritta quella di evitare il ricorso del sindaco a vie giudiziarie contro rappresentanti della volontà popolare, se è vero com’è vero che prima Toscano e poi la Sodano ne hanno sentito dire di tutti i colori e di tutte le specie sul loro conto, eppure mai hanno sentito il bisogno di tirare in ballo la Procura.
Caro Sindaco, così non va bene, Lei è un tecnico che sta mettendo in essere un approccio sbagliato alla politica. Abbarbicato sul monte dei tecnicismi, sovente durante le sedute di Consiglio la si vede eccessivamente indispettito per le critiche che arrivano dall’opposizione e talvolta anche da qualche elemento della maggioranza. Metta davvero a frutto quello che Lei stesso definì come il suo “background di sinistra”, ascolti con serenità le critiche, anche le più dure, e replichi senza animosità e senza querele, armandosi solo della grande bellezza della politica che risiede nell’ars oratoria e nel libero confronto-scontro di idee e passioni.
Non trasformiamo Giarre contemporanea in Giarre giudiziaria, lasciamo alla giustizia, invece, l’importante compito di appurare se è vero o no che dipendenti infedeli in passato abbiano lucrato su risorse pubbliche.
Dopotutto la storia ci insegna che in politica l’arroganza e la coda di paglia non pagano. Sono morte le ideologie ed è cambiato il mondo, ma ieri come oggi, a durare sono solo i politici che trasmettono autorevolezza ma non atteggiamenti autoritari. Il Divo docet, per l’appunto.

Alberto Cardillo, iVespriGiarre, 28/06/14

Bonaccorsi querela: un brutto affare

Dell’ampliamento di piazza Duomo il sindaco ha chiesto lo stralcio dal piano triennale delle opere pubbliche. E’ stata una sconfitta su tutti i fronti, con un referendum popolare che si stava organizzando, un moto avverso dell’opinione pubblica senza distinzioni e dei commercianti e residenti interessati, senza dire dei commenti quanto meno caustici e derisori per il sindaco che circolavano su quel social network molto frequentato dalla sua propaganda (fide?). Adesso dopo la sconfitta politica maturata a partire dalle dichiarazioni rese in consiglio dal consigliere Musumeci nello svolgimento delle sue funzioni, a proposito di interessi –immobiliari- privati che nella opacità si intrecciavano con la realizzazione dell’opera pubblica, ha sporto querela. Cerca forse una vittoria giudiziaria a fronte della sconfitta politica? Cerca forse di intimidire e mettere la mordacchia a futuri oppositori e a future incalzanti attività ispettive in consiglio? Si tratta di colpirne uno per educare i restanti oppositori? Dirà forse che la sua onorabilità fu lesa dall’essere stato definito un “affarista” e allora dimostrera a) che lui di affari non ne ha mai fatti (?), ovvero b) che ha condotto solo cattivi affari. Sarà che il sindaco trova questa cosa della democrazia, dove tutti possono parlare e addirittura opporsi, piuttosto fastidiosa e Dio non voglia che con tutto questo “affare” di piazza Duomo abbia perso qualche decina di mi piace nella sua pagina facebook o qualche followers, questa si che sarebbe una lesione della sua onorabilità. In ogni caso si tratta di un brutto “affare”.

Spectator, iVespriGiarre, 28/06/14


mercoledì 25 giugno 2014

Giarre (e non solo). Vai al Cimitero e rischi di restarci

Il Cimitero di Puntalazzo
La signora Giuseppa Grasso, 71 anni, qualche giorno fa era andata al cimitero di Giarre per far visita ai suoi cari defunti. Tutto normale come sempre fino a quando a causa di una buca nascosta tra le alte erbacce è caduta rovinosamente a terra procurandosi una lussazione alla spalla destra, nonché diversi traumi sparsi su quasi tutto il corpo. La donna ha deciso di denunciare l’accaduto, chiedendo al Comune di Giarre un risarcimento danni. La vittima ha spiegato che questa sua azione legale non è legata solo all'aspetto risarcitorio, ma vuole essere un mezzo per tutelare l'incolumità dei tanti cittadini che ogni giorno frequentano il Cimitero.
Basta recarsi al Cimitero e interpellare qualcuno dei frequentatori abituali, per lo più anziani, per raccogliere dichiarazioni di forte preoccupazione per lo stato di abbandono nel quale versa il Cimitero, sia per la sicurezza personale, sia per l'insufficiente grado di decoro dovuto alle sterpaglie che per gran parte dell'anno invadono vasti settori dell'importante luogo pubblico-spirituale in questione.
Il Cimitero di Giarre
In passato, inoltre, sono stati numerosissi, quasi all'ordine del giorno, i furti di tutto ciò che sulle tombe e nelle cappelle potesse essere metallo da vendere a buon prezzo. Dice una signora: "dopo diversi furti e inutili denunce, mettiamo vasetti di latta o plastica".
Il sindaco, interpellato da Mario Pafumi per il GdS, sulla vicenda della Sig.ra Grasso, ha dichiarato quanto segue: “Io non conosco i fatti. Non mi sono stati ancora notificati. Li apprendo in questo momento. Ritengo che le operazioni di pulizia del cimitero siano finite in questi giorni. Non so se il problema sia addebitabile a qualche sterpaglia. Non c’era erba alta perché abbiamo le verifiche e le foto in quanto abbiamo realizzato dei lavori. Tutti i lavori li stiamo eseguendo con personale comunale. Utilizziamo i nostri giardinieri e non attingiamo più a lavoratori esterni. I tempi di pulizia sono condizionati dal personale a disposizione. E’ chiaro che se la responsabilità è da addebitare all’incuria o alla mancata pulizia del Comune, il Comune ne farà fronte. Non c’è possibilità alternativa. L’amministrazione non può farsi carico di esimersi da eventuali responsabilità, ma prima verificheremo attentamente i fatti e le circostanze, poi risponderemo”.
Il Cimitero di Puntalazzo
Nei giorni scorsi, quasi a sottolineare che quello dei cimiteri è un problema d'incuria solo giarrese, nel Cimitero delle frazione mascalese di Puntalazzo, un anziano di 82 anni è scivolato dalle scale a causa delle sterpaglie che le invadevano. Fortunatamente l'anziano signore si è procurato solo un bel spavento e qualche ematoma.
Pare che di questi tempi la crisi economica-politica, che in qualche maniera è anche morale, non voglia dare pace né ai morti né a coloro che vorrebbero pregare per loro senza il timore di raggiungerli anzitempo.

AC, ivesprigiarre.blogspot.it, 25/06/2014

martedì 24 giugno 2014

Mascali. E...state tra rifiuti e sterpaglie

Tra qualche giorno anche a Mascali inizierà ufficialmente la stagione estiva. Ogni anno la cittadina jonica subisce la -più o meno- pacifica invasione di vacanzieri stabili e “mordi e fuggi”, con la frazione di Fondachello che va oltre il raddoppio della propria popolazione.
Mascali è pronta?
Al momento certamente no.
Piazza Duomo è il manifesto di una città abbandonata da anni a se stessa: dove un tempo c’erano aiuole per palme e fiori adesso trovano posto solo erbacce e la pavimentazione risalente ancora a quella della costruzione della città nel periodo fascista, è in molti punti divelta con conseguenti rischi per i pedoni e anche per le sospensioni delle vetture. 
Andando più in periferia molti cittadini lamentano la presenza sempre più crescente di ratti e cani randagi che rendono la loro vita poco sicura soprattutto dal punto di vista sanitario.
Spostandoci verso il mare, quindi verso quella che un tempo era la “rigogliosa” Fondachello, il panorama è ancora più deprimente. I primi weekend di sole che hanno portato al mare migliaia di persone, sono stati un valido test per capire quel che sarà l’estate 2014 dal punto di vista della gestione dei rifiuti. Ebbene, molte strade sono state invase dalla spazzatura, arrivando quasi a limitare il traffico veicolare. E’ anche una questione di civiltà, vero, ma bisogna far notare che lungo tutto il territorio mascalese, così come in tutti gli altri comuni dell’ex Ato Joniambiente, due anni fa sono stati ritirati i cassonetti della spazzatura in modo da dare il via alla raccolta differenziata porta a porta, progetto poi morto in culla per varie vicissitudini sempre legate alla mala politica (e a quello che le ronza intorno). A Fondachello qualche cassonetto è stato lasciato, ma ciò non basta per accogliere le notevoli volumetrie di rifiuti che si raccolgono nella frazione marinara durante l’estate. Antonio, un villeggiante residente lungo la parallela di Via Spiaggia ci ha raccontato la sua difficile condizione: “E’ un film che si ripete ogni anno. Stiamo pensando di lasciare Fondachello e andarci a fare una vacanza, magari un po’ più breve, altrove. Qui non si può stare! E’ normale dovere stare con tutte le porte e le finestre chiuse, di notte e di giorno, per non far entrare la puzza insopportabile delle montagne di spazzatura lungo la strada? Oppure - continua il villeggiante- è normale che ai lati e al centro della carreggiate vi siano rovi di spine e sterpaglie che giorno dopo giorno si prendono sempre più spazio? L’altra notte hanno dato fuoco a tre aiuole spartitraffico di grandi dimensioni, sembrava di stare a Beirut sotto i bombardamenti. Per quale oscuro motivo paghiamo le tasse? Vorrei che qualcuno me lo spiegasse. I commissari hanno il dovere di tutelare la salute pubblica e la salubrità dell’ambiente! Risolvano questa situazione!”.
E in effetti sono molti in città ad essere delusi dall’operato dei Commissari insediatisi dopo lo scioglimento del Comune per mafia. Questi ultimi oltre ad avere il dovere di riportare il Comune ad una condizione di legalità, dovrebbero avere anche il dovere di rendere la città vivibile e attrattiva.
Insomma non c’è pace per l’ex capoluogo dell’antica Contea, se prima era sporco nei palazzi del potere, oggi è sporchissimo fuori, e i mascalesi arrabbiati, stanchi e avviliti -come sempre- restano a guardare.

AC, I Vespri, 21/06/2014

IL REPORTAGE









sabato 21 giugno 2014

Riflessioni. Gli scandali dell’area Jonica finiscono con politici nuovi, giovani e riformisti

Non può cadere nell’indifferenza l’ondata giudiziaria che colpisce burocrazie comunali, politici e sottobosco politico nell’intera zona Jonica. Non c’è da estendere certo i processi alla carta stampata e anzi non è un problema di mero accertamento di responsabilità o di verità giuridica, ma c’è da evidenziare gli elementi caratterizzanti un sistema dove -abusi e illeciti laddove accertati- nel complesso comportamenti di singoli e di gruppi, che possono essere violazioni di altri codici oltre a quello penale e cioè quello deontologico, disciplinare o di etica pubblica, hanno menomato il buon andamento della pubblica amministrazione. C’è da cercare una verità politica in quello che avviene, bisogna cioè risalire alle ragioni della degenerazione di un sistema di rappresentanza democratica e insieme di pubblica amministrazioni, che assieme ai consueti “clienti” continuano a tracciare i contorni di una vita pubblica malata a tutti i livelli. Primo la struttura in tutto e per tutto clientelare del consenso dove lo scambio protezione/fedeltà dove la moneta è il favore, secondo burocrazie inamovibili, più durature degli stessi politici mai sottoposte a serie valutazioni e controlli di efficienza e legalità, terzo il continuo intreccio inestricabile nei cosiddetti “giri di potere” tra politici burocrazie, sottobosco politico, professionisti e imprenditori. Sistema molto diverso dagli schemi clientelari verticistici alto/basso protezione /fedeltà unidirezionale, fa mostra al contrario di una certa circolarità dove ciascuno dei membri del giro –che semmai ha un centro e una periferia dove il valore dello scambio varia- è prima protettore e poi protetto col medesimo soggetto. Sottoponendo a scambio molto spesso i diritti dei più deboli si è materialmente messo fine alla inalienabilità dei diritti fondamentali riconducendoli a schemi causali da compravendita. Questo è minare alla base il patto che ci unisce come comunità umana e politica e mina pure la pace sociale, in una fase in cui la stessa capacità dello Stato a farsi stato sociale “welfare state“ è limitata dalla crisi economica e dai ripetuti tagli lineari e il malcontento cresce assieme alla povertà. Dalla provincia alla grande città dalla periferia al centro, mostra tutta la sua fragilità e oscurità un vecchio sistema di potere, che si è nutrito di un ceto politico incapace di mobilitare masse e opinione, tutt’al più in grado solo di sfruttare il privilegio e il favore,di vasti segmenti di cosiddetta società civile restii al mercato alla concorrenza e al merito, che si sono adagiati all’ombra di potenti di turno, mentre a tenere le chiavi delle macchine amministrative sono rimasti sempre gli stessi burocrati che, incontrollati, hanno visto crescere la loro potenza dentro i vari enti. Questo paese ha una urgente necessità di cambiare di innovare, c’è bisogno di competenze e merito ma c’è anche bisogno che i diritti sociali siano garantiti e non scambiati, questo paese ha bisogno di giovani amministratori estranei a vecchie logiche di potere, di professionisti e imprenditori intraprendenti e che sappiano rischiare, che non degradino nella protezione dei potenti, questo paese -e così Giarre- ha bisogno di giovani ma questi hanno bisogno di una opportunità. E’ il tempo che anche nell’area Jonica i riformisti guidino il cambiamento “l’alternativa ad una società mutata è il buio”.

Dario Li Mura, I Vespri, 21/06/2014

sabato 14 giugno 2014

Presentato a Giarre il Piano anti-disoccupazione “Garanzia Giovani”

Un momento del tavolo tecnico tenutosi presso la sede del Cpi di Giarre
Lunedì scorso presso i locali del centro per l'impiego di Giarre si è tenuto un interessante un tavolo tecnico avente come tema principale l’illustrazione delle opportunità di sviluppo occupazionale offerte dal progetto Garanzia Giovani. Invitati al tavolo erano i rappresentanti locali e provinciali delle categorie produttive e imprenditoriali.
A illustrare le novità del piano Garanzia Giovani è stata la direttrice del centro per l'inpiego di Giarre, la dott.ssa Nerina Patané.
I fondi previsti per il piano, pari a quasi 1,5 miliardi di euro (provenienti dall’Ue e in parte dallo Stato) verranno girati alle Regioni, alle quali è affidata la gestione delle attività e il coordinamento dei centri per l’impiego. Alla Regione Sicilia sono stati assegnati 178 milioni di euro.
Entrando nello specifico, Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training).
Possono partecipare i giovani con un’età compresa tra i 15 e i 29 anni, residenti in Italia o cittadini comunitari, e anche stranieri extra UE regolarmente soggiornanti.
Come spiegato dalla dott.ssa Patané, in seguito alla presentazione della domanda di adesione presso il centro per l’impiego o online, i giovani partecipanti saranno chiamati per un colloquio di accoglienza nel quale verrà determinato un profilo del giovane in base al curriculum e al background personale. Successivamente entro quattro mesi verranno erogate in favore del giovane una o più delle misure previste: orientamento, formazione, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocini, servizio civile, mobilità e bonus occupazionale e formazione a distanza. Previsti inoltre sostegni per l’autoimprenditorialità e per la creazione di start up, tra cui la formazione per la stesura di un business plan e supporto all’accesso al credito e alla finanziabilità.
Per le imprese che offriranno contratti a tempo determinato, indeterminato, tirocinio, apprendistato, assumendo giovani aderenti a questo piano, sono previsti bonus che vanno dal 1.500 a 6.000 euro.
Al termine dei lavori, la dott.ssa Patanè ha invitato i rappresentanti delle categorie a informare i loro associati sui vantaggi per le assunzioni di disoccupati aderenti al piano garanzia giovani, anticipando inoltre che il 30 giugno il cetrno per l'impiego di Giarre organizzerà una conferenza aperta al pubblico per meglio approfondire le opportunità di Garanzia Giovani.

AC, I Vespri, 14/06/2014

Riposto&mazzette, parla Pappalardo-Fiumara: “Mi sono sentito violentato”

Gianfranco Pappalardo Fiumara
Quello aperto dalla denuncia del vice-sindaco Gianfranco Pappalardo-Fiumara è l’ennesimo capitolo di cronaca giudiziaria che investe il Comune Giudiziario.
Stavolta, però, non ci sono commistioni tra criminalità organizzata e politici, i protagonisti della presunta vicenda criminosa sono tutti consumati attori della politica ripostese.
Sono tre gli avvisi di conclusione indagine notificati dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Riposto, ai consiglieri comunali Antonino Virgitto e Biagio Daidone e all'ex deputato regionale Nino Amendolia. L’accusa contestata è molto grave: tentata estorsione in concorso.
I tre indagati, secondo quanto emerso dall'indagine coordinata dal sostituto procuratore di Catania Agata Santonocito, avrebbero tentato di estorcere somme di denaro al vice-sindaco di Riposto Gianfranco Pappalardo Fiumara. Quest'ultimo, dopo qualche mese, avrebbe deciso di denunciare tutto alle Fiamme Gialle del Comune marinaro, consegnando ai militari anche delle registrazioni vocali contenenti le conversazioni intercorse con alcuni degli indagati.
Contattato da noi, Pappalardo-Fiumara si è gentilmente concesso per rispondere ad alcune domande.

Maestro Pappalardo-Fiumara, quello da Lei denunciato è un sistema radicato o è la prima volta che si trova in questa situazione?
Per me è la prima volta fortunatamente. Non so se sia radicato! Di certo posso dire che a me è accaduto e sono stati mesi infernali.
Alcuni dei soggetti tirati in ballo in questa vicenda giudiziaria in passato hanno condiviso una parte di percorso politico con Lei. Si è sentito tradito? Con qualcuno avevo un rapporto affettuoso e amicale, con l'ex onorevole avevo già precedenti vicende giudiziarie. Non mi sono sentito tradito dal Virgitto e dal Daidone, piuttosto violentato nella psiche per otto mesi.
Ci saranno ripercussioni dal punto di vista politico su giunta e maggioranza?
Beh! E' sotto gli occhi di tutti. Al sindaco va il grande merito di aver portato onestà al Comune di Riposto prima che la cosa scoppiasse sotto il profilo giudiziario. Riposto vive meglio senza queste persone non crede? Per quel che mi riguarda spero di lavorare con la stessa tenacia che ho nella mia vita e nelle mie cose.
E gli indagati che dicono? Il legale Enzo Iofrida, difensore di Antonino Virgitto e Biagio Daidone, non ha commentato gli avvenimenti giudiziari a carico dei suoi assistiti. Carmelo Peluso, avvocato difensore di Nino Amendolia, si è detto non al corrente degli ultimi sviluppi.
Adesso non resta che aspettare l’avanzamento dell’iter giudiziario. Nel frattempo i ripostesi aspettano il lancio di un cartellone estivo che possa ripetere i numeri dell'anno scorso, un po’ per dimenticare queste vicende, un po’ per dare di Riposto un’immagine di città meta di cultura e turismo, com’è giusto che sia.

I Vespri, 14/06/2014

INTEGRAZIONE: L' 11/06/2014 l'Avv. Enzo Iofrida ha dichiarato quanto segue:
“Da una prima lettura delle dichiarazioni rese dalla presunta persona offesa (leggi l’articolo Tentata estorsione Riposto, il vice sindaco Pappalardo Fiumara: fiducia nella Magistratura) – afferma in una nota l’avv. Enzo Iofrida, legale dei consiglieri comunali Nino Virgitto e Biagio Daidone –, dalla lettura delle registrazioni effettuate dalla medesima (registrazioni incomplete e parziali non apprezzabili nella loro interezza), non mi pare che vi siano elementi dai quali desumere responsabilità penali a carico dei miei assistiti. Rilevo inoltre alcune stranezze in tutta la vicenda. Per esempio mi chiedo come mai tali fatti, che se realizzati sarebbero certamente gravi, non siano stati denunciati subito, ma a distanza di 8 mesi.
La Procura – prosegue l’avv. Iofrida – avrebbe certamente disposto delle intercettazioni che oggi avrebbero fornito risultati quantomeno più oggettivi e garantiti rispetto a delle registrazioni effettuate da un soggetto che sa di registrare e può ipoteticamente condurre il dialogo ed iniziarlo o interromperlo a proprio piacimento. In ogni caso non rinvengo in atti alcuna richiesta estorsiva; nessuna violenza o minaccia neppure velata, elementi questi necessari a qualificare il reato di tentata estorsione ed, infine, mi chiedo e non comprendo, che senso avrebbe avuto chiedere del denaro ad un assessore in cambio di una non pressante opposizione.
Fare attività politica in modo libero – conclude l’avv. Iofrida – non può essere intesa come la minaccia di un male ingiusto. Confidiamo anche noi come l’assessore, presunta persona offesa, nella Giustizia. Giustizia che a questo punto farà il proprio corso accertando se e cosa realmente sia accaduto e chi sia o siano gli eventuali responsabili”. (fonte: gazzettinonline)

giovedì 12 giugno 2014

Mondiali 2014. Tutte le date e gli orari della fase a gironi

Si alza il sipario stasera alle 24 (ora italiana) con Brasile-Croazia. Italia in campo sabato alle 24 (ora italiana) contro l'Inghilterra.

sabato 7 giugno 2014

La notte in cui Giarre Contemporanea divorziò da Giarre reale

Piazza Duomo gremita per la notte bianca della Pro Loco
Molte volte ci è capitato da queste pagine di raccontarvi di una Giarre intorpidita da anni di inesorabile declino economico e culturale. Oggi, invece, c’è da commentare una manifestazione, la notte bianca, che probabilmente di culturale aveva poco, ma che ha avuto il merito di far sentire Giarre città viva per una notte.
Poco importa se i cittadini locali e forestieri fossero 20.000 o più realisticamente intorno a 10.000, la manifestazione organizzata dalla Pro Loco retta da Salvo Zappalà ha lanciato un messaggio chiaro: Giarre può ancora essere un polo attrattivo di promozione commerciale e turistica.
Certo, tutto è migliorabile, e allora si potrebbe dire che prima di ogni cosa eventi così grandi andrebbero concertati e condivisi con i Comuni viciniori, sia dal punto di vista logistico (vedi viabilità) sia dal punto di vista della cassa di risonanza che potrebbe sviluppare un intero comprensorio jonico compatto nella promozione del proprio territorio. E poi eventi come la notte bianca andrebbero inseriti in un circuito di più ampio respiro rispetto alla ristretta utenza “provinciale”, ma a questo punto bisognerebbe far notare quanto Giarre sia indietro rispetto allo sviluppo di strutture ricettive e congressuali che praticamente non esistono. Una città che vuol essere polo attrattore di un turismo non mordi e fuggi, quindi un turismo commerciale e/o congressuale non può certamente poggiarsi su Sala Romeo, Sala Messina e su qualche bed&breakfast.
Tornando all’analisi della notte bianca giarrese, si può dire che l’altro dato emerso oltre al grande successo di pubblico è stato il simbolico divorzio tra la “Giarre contemporanea” di sindaco e amministrazione -assenti alla manifestazione- e la Giarre reale di migliaia di cittadini che hanno voluto trascorrere in serenità una serata di fine primavera senza più pensare alla campagna elettorale e alle beghe della politica.
Ecco, il sindaco, che non è un politico (e si vede), è certamente una persona determinata e orgogliosa, gli va riconosciuto, ma quel che dovrebbe essere chiaro al primo cittadino è che il suo status istituzionale lo obbliga e lo onora a essere principal sponsor di qualsiasi attività meritoria che promuova l’immagine e lo sviluppo della comunità giarrese. Un sindaco vero non fa “figli e figliastri” in base all’appartenenza politica dell’organizzatore della manifestazione, perché disertando la notte bianca, magari considerata dal suo ambiente come una cosa un po’ “trash”, ha preferito stare con la Giarre delle partigianerie ad ogni costo contro la Giarre che vorrebbe andare oltre la palude di questi duri anni di crisi. In questo senso è stato da esempio l’atteggiamento della Confcommercio; chi ha buona memoria ricorderà che quando qualche anno fa Salvo Zappalà lanciò per la prima volta l’iniziativa della notte bianca, i commercianti non la presero bene e boicottarono in massa la manifestazione. Oggi, i commercianti andando oltre le storiche diatribe con la Pro Loco hanno capito che la potenzialità dell’evento notte bianca può essere di sostegno al loro settore, ed infatti moltissimi esercizi sono rimasti aperti fino a tarda notte.
Insomma Sig. sindaco, ma ne vale davvero la pena continuare questa perpetua e svilente campagna elettorale che relega all’oblio coloro che non l’hanno sostenuta nella sua scalata al potere?
E se le sue assenze ad ogni evento di qualsiasi natura organizzato da suoi passati o attuali avversari non fossero motivate da “questione politiche”, come certamente Lei sosterrà, la giustificazione non potrà essere neanche quella della non condivisione del “gusto” o dello “stile”, perché un sindaco non è il censore degli usi e dei costumi dei propri cittadini. Anzi, se vogliamo dirla tutta, è difficilmente catalogabile alla categoria dello stile “l’ospitata culturale” in campagna elettorale -quella sì- di Franco Battiato che venne a Giarre per dire che quelli del Pdl avevano una “faccia da co….”.

(A.C. - I Vespri, 07/06/2014)