Sono dieci le persone finite in manette nel corso dell’operazione “Town Hall”, al fine di scardinare la rete di presunti intrecci tra mafia e politica mascalese.
Oltre ai due ex amministratori Filippo Monforte e Biagio Susinni, che per circa un ventennio si sono avvicendati alla guida del’amministrazione e per i quali si sono aperte le porte del carcere, i carabinieri della compagnia di Giarre, coordinati dalla Procura della Repubblica di Catania, hanno arrestato altre otto persone. In cella sono finiti anche Alfio Romeo, uomo ritenuto esponente del clan Laudani e dal quale sono partite le indagini attraverso delle intercettazioni, e Ugo Vasta, noto farmacista.
Sono stati concessi gli arresti domiciliari, invece, a Carmelo Nicodemo, Vincenzo Barbatano, Vito Musumeci, Leonardo Patané, Francesco Sorbello, e Alfio Luciano Massimino (nipote del compianto Presidente del Calcio Catania Angelo Massimino).
Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo ed in concorso tra loro dei reati di corruzione aggravata dal metodo mafioso, corruzione continuata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposta e millantato credito.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia parte da lontano. Susinni e Monforte erano già finiti in carcere nel 1993 per reati molto simili a quelli contestati oggi. Pian piano, però, una volta usciti dal carcere i due ex amministratori hanno ricostruito una base di consenso che nel 2008 gli ha riaperto la stanza dei bottoni del Comune, con l’elezione di Monforte a Sindaco e Susinni a Presidente del Consiglio. Da qui è ripartito il “rewind” di una storia già vista.
Secondo gli investigatori al centro del disegno criminale di Monforte-Susinni c’era il PRG, modificato ad arte per favorire speculazione in cambio di laute bustarelle.
I carabineri, inoltre, hanno scoperto anche che Susinni avrebbe fatto credere ad alcune persone indagate di avere la possibilità, sempre dietro pagamento di denaro, di potere intervenire presso la Corte di Cassazione per ‘pilotare’ alcune sentenze e presso l’Università di Messina per favorire degli studenti nel superamento dei test di ingresso alla facoltà di Farmacia e medicina o negli esami alla facoltà di giurisprudenza.
Lo scorso 27 marzo il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha già deliberato lo scioglimento del Comune per mafia, a seguito di un’altra indagine sfociata nel gennaio scorso nell’operazione “Nuova Jonia”. In questo caso la commistione tra mafia e politica riguarda la gestione dei rifiuti, non solo a Mascali ma anche in alcuni Comuni limitrofi.
(A.C. - I Vespri)
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