A Giarre contemporanea il titolo di capitale delle
incompiute non basta. Ai piani alti della “casa di vetro” di via Callipoli 81
si lavora anche per il fregio di capitale delle cartelle pazze.
Come l’anno scorso, e come l’anno prima, anche quest’anno
circa 4.000 giarresi si sono visti recapitare cartelle (spesso pazze) inerenti
al sanamento dell’Ici 2008.
“A Giarre è meglio essere morti di fame che avere anche una
sola casa o un pezzettino di terra”, così ci dice il Sig. Alfio, uno degli
utenti che ha ricevuto una “cartella pazza” Ici e che nei giorni scorsi si è
recato in Comune per chiedere lumi. “Nell’androne ci davano dei biglietti
scritti a penna con un numero e l’intestazione Ici o Imu. La gestione dei
numeri poi era affidata ai privati, nessuno degli impiegati chiamava il turno,
quindi sono iniziate quelle che dalle nostre parti chiamiamo ‘ammazzatine’.
Insomma -continua il Sig. Alfio-, una confusione totale, con un mare di utenti
messi li ad aspettare per ore, gente che
sgomitava, furbetti che saltavano il turno. Tutto questo nell’attesa di poter
entrare nell’ufficio Ici dove era operativo un solo sportello. Ripeto: un solo
sportello!
Quando sono arrivato di buon mattino, Io avevo il numero 28,
arrivati all’una mi hanno detto che me ne potevo andare. Sono ritornato alle
quattro ed erano arrivati al numero 10, dopo un’altra ora erano arrivati solo
al 15.
Giunti a questo punto, un signore esce dall’ufficio Ici e
dice a noi che aspettavamo: ‘è inutile che aspettate qui, tanto vi dicono che
non possono darvi alcuna informazione. L’unica cosa che vi chiedono è il numero
di telefono e la sottoscrizione di una richiesta per la proroga dei termini per
fare ricorso.
Ma dico Io -continua un angustiato Sig. Alfio- è giusto che
Io titolare di una sola casa (non di lusso) ricevo un avviso di mancato
pagamento per il 2008, anno in cui l’Ici sulla prima casa fu cancellata da
Berlusconi? In più ho dovuto perdere un giorno di lavoro per niente! Per
cercare di difendere il mio diritto a non essere vessato ingiustamente! Ma che
razza di Comune del cavolo è diventato - conclude il Sig. Alfio- quello di
Giarre?!”
E come dargli torto.
Già di per sé la storia del Sig. Alfio, che poi è la storia
di centinaia di giarresi, ha dello scandaloso, ma la vicenda Ici 2008 è un
pasticcio enorme che abbraccia anche fatti e calcoli per nulla chiari
riguardanti i terreni agricoli.
Nei mesi scorsi il Comune di Giarre, al fine di redigere
nuove stime sui terreni agricoli, pare si sia avvalso della consulenza di un
tecnico del Genio Civile. Quest’ultimo non ha calcolato il valore dominicale
dei fondi, ma ha considerato il valore venale. Perché questa scelta?
Perché secondo il Comune di Giarre anche i terreni agricoli,
in parte, vanno considerati come edificabili, poiché sopra i 10.000 mq può
anche essere realizzata una civile abitazione di piccole dimensioni, e nei
terreni di metratura inferiore possono essere comunque realizzate strutture non
abitabili ma funzionali alla produttività del fondo.
Ingiustizia nella ingiustizia: non solo i proprietari anche
di un piccolo appezzamento hanno subito una valutazione del proprio terreno
molto superiore rispetto a quanto avviene nei Comuni confinanti -determinando
così una tassazione quasi raddoppiata-, ma per giunta, nella “cara” cartella,
hanno dovuto prendere atto di una sanzione del 30% più interessi. Un vero e
proprio salasso, che arriva dopo le tornate infernali della Tares, del
raddoppiato canone idrico, dell’Imu al massimo e della mini Imu -a Giarre non
ci si fa mancare nulla- che dovrà essere saldata a fine mese.
Insomma, in questa Giarre così contemporanea quanto
continuista, tutto resta sempre com’è, a partire dalla regola numero uno:
pantalone paga e la politica scialacqua.
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