sabato 11 gennaio 2014

APPROVATO IL PIANO DI RIEQUILIBRIO: GIARRE “IMPICCATA” A DIECI ANNI DI LACRIME E SANGUE

Roberto Bonaccorsi, il tecnico-sindaco di Giarre, nei giorni scorsi ha incassato il voto favorevole del Consiglio al “suo” Piano di riequilibrio (13 voti favorevoli e 5 astenuti). Il voto compatto della maggioranza è sembrato più un atto di fede, che un reale consenso meditato, dato che molti consiglieri non ci hanno poi capito molto della “manovra” economica in questione: la vuole Roberto e va bene. D’altronde ancora siamo nella fase immediatamente successiva a quella d’avvio per questa consiliatura e quindi ci sono tanti gruppi o singoli consiglieri che sperano di veder soddisfatte le loro aspettative della campagna elettorale.
Entrando nel dettaglio, il Piano prevede quattro aree d’azione: la prima riguarda la dismissione dei locali e conseguente riduzione dei fitti passivi. Facendo un’analisi del documento di programmazione economica, emerge una interessante “curiosità”, ovvero la determina di disdetta dei locali che riporta la data del 27-12-2013, a fronte di un trasloco avvenuto già nell’agosto 2012. Non si capisce, con quanto riportato nero su bianco, il motivo per il quale il Comune abbia pagato 16 mesi di affitti, sempre che li abbia corrisposti. Vedremo se dai piani alti di via Callipoli 81 qualcuno chiarirà.
La seconda misura contemplata nel Piano riguarda la costituzione del pool di legali avente un costo annuo pari a circa 60 mila euro a fronte delle centinaia di migliaia di euro spesi dall’amministrazione Sodano & C., determinando, potenzialmente, un risparmio per l’ente, anche se non vi è ancora chiarezza sulla percentuale che spetta al legale per ogni causa vinta. La terza misura verte sul taglio delle spese frutto della rescissione di contratti riguardanti il capitolo della telefonia e della rete informatica del Comune.
La quarta misura del Piano interessa infine il blocco del turn over dei dipendenti e il progressivo inserimento dei precari in forza al Comune che, soprattutto grazie gli incentivi regionali, permetteranno, nell’arco di 9 anni, un consistente risparmio per l’ente.
Ecco, queste sono le colonne su cui poggia il Piano oggetto di tacito assenso della maggioranza e di asprissime critiche dell’opposizione che, seppur non sempre unita nei toni, alla fine ha trovato unità nell’astensione.
Onore delle armi per Orazio Scuderi, consiglieri di maggioranza in forza a Forza Italia, l’unico in dissenso (non è una novità), che ha tentato di emendare il Piano, cosa naturalmente sgradita e non approvata da Bonaccorsi. Scuderi, nella silente maggioranza giarrese è un po’ come l’ultimo giapponese che non vuol arrendersi al destino della perdita della sua dignità politica.
Gabriele Di Grazia (Vitale per Giarre), ha manifestato il medesimo disappunto relativamente al mancato coinvolgimento dell’assise, motivando, dati alla mano, come il Piano non sia stato frutto di una programmazione improvvisata in pochi giorni, bensì progettato in almeno 3 mesi. Infatti lo stesso Di Grazia, intervenendo in Consiglio, si è cosi espresso: «Si pensi ad esempio alla delibera di C.C. n. 76 del 24 ottobre 2013 con cui questo Consiglio ha votato, su spinta energica dell’Amministrazione, le aliquote massime sia sulla prima che sulla seconda casa oppure alla delibera di Giunta n. 118 del 29/11/2013 che determina la tariffa del servizio acquedotto e che non tiene conto della richiesta, in primis dei cittadini e poi di alcune forze politiche, di chiarezza e trasparenza sui costi del servizio finendo così per rendere ordinaria la quanto meno straordinaria determina 75 bis».
Altrettanto forte l’intervento di Tania Spitaleri (Partito Democratico): «L’amministrazione di centrodestra ha avuto ben dieci anni per operare un serio risanamento, ma li ha buttati via, nascondendo la polvere sotto il tappeto e spergiurando che non si sarebbe mai arrivati al dissesto». La Spitaleri ha poi apertamente invitato il Sindaco Bonaccorsi «a prendere coscienza del fallimento della parte politica che rappresenta e che lo sostiene che, in gran parte, coincide con la classe dirigente che ha ridotto la nostra città allo stato attuale.
Si assiste costantemente – ha sottolineato la Spitaleri – a tentativi maldestri di ripristino della verginità politica da parte di uomini e forze politiche responsabili del depauperamento economico, etico e politico di Giarre». Secondo il consigliere del Pd «le incongruenze delle dichiarazioni degli attuali consiglieri di maggioranza, che sostenevano la precedente Amministrazione, sono sotto gli occhi di tutti: mentre prima sostenevano che il bilancio dell’Ente fosse stato risanato, oggi auspicano un cambio di direzione che possa salvare la città. Il sindaco, su un tema così importante come il piano di riequilibrio pluriennale, ha relegato il Consiglio Comunale, ancora una volta, a mero organo di ratifica e approvazione formale delle proprie scelte politiche, sapientemente rivestite da operazione tecnico-contabili».
La Spitaleri ha inoltre sottolineato come questo piano sostanzialmente “impicchi” la città a dieci anni di lacrime e sangue in un contesto generale che è già molto precario: «questo Piano, che comporta un commissariamento da parte della Corte dei Conti, ipoteca per dieci lunghi anni il futuro della nostra città. Aldilà di quattro macro voci di revisione della spesa, non ci sono stringenti vincoli per l’Amministrazione all’interno del Piano, cosa che consentirà al sindaco, in primis, un “tesoretto” per mettere in atto la propria politica».

(A.C. - I Vespri)

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