sabato 25 gennaio 2014

Orazio Scuderi: “Bonaccorsi amministra con metodi non democratici. Cambi sistema.”

Quest’ultima settimana è stata un concentrato di sorprese e avvenimenti politici molto rilevanti per il futuro dell’amministrazione del circo della politica cittadina nel suo complesso.
Con qualche mese di ritardo anche a Giarre è stata sancita la scissione del vecchio Pdl, con la nascita in seno al consiglio comunale del Nuovo Centrodestra e di Forza Italia. In parole povere sono ufficialmente nati i gruppi dei paganiani e dei non paganiani. Nel gruppo del Ncd del Senatore Pagano entrano Antonella Santonoceto (capogruppo),  Francesco Longo, Mario Marano e Angelo Spina. Resta in bilico Vittorio Valenti ancora metà strada tra l’Articolo 4 e il Ncd.
La Santonoceto ha sottolineato che: “il Nuovo Centrodestra giarrese ha come riferimenti il Sen. Giuseppe Pagano e il Sottosegretario Giuseppe Castiglione. Vogliamo dare il potere a chi partecipa e a chi s’impegna”. Aria d’ilarità in consiglio…
Coup de theatre, invece, sulla formazione del gruppo di Forza Italia. Tutti davano ormai per scontata la formazione del gruppo da parte di Francesco Cardillo e Orazio Scuderi, ma dopo la fluviale e quasi infinita presentazione del nuovo gruppo forzista da parte di Cardillo, il quale ha spiegato i motivi che hanno portato un “non berlusconiano” ad aderire a Forza Italia, ha preso la parola l’Avv. Scuderi.
“Il mio non è un intervento aulico come quello dei colleghi che mi hanno preceduto -ha esordito il coriaceo avvocato- mi limiterò a parlare di questioni locali”. A questo punto la sala che sino quel momento era stata un po’ disattenta, vuoi per la tarda ora, vuoi per la noia di tante inutili parole che sovente si perdono in consiglio, si è sintonizzata con attenzione nell’ascolto delle parole mai banali del consigliere Scuderi.
“Sig. Sindaco, Lei sin oggi ha amministrato più come un Commissario prefettizio che come un Sindaco eletto. Lei -continua un imperturbabile Scuderi- non ha mai tenuto conto del consiglio comunale democraticamente eletto, non ha condiviso le scelte amministrative, ha formato una giunta di soggetti senza alcun peso elettorale, rischia di farsi scippare la gestione della città da comitati d’affari e gruppi d’interesse che oggi la osannano ma che al momento opportuno la scaricheranno e la crocifiggeranno”.
Una carrellata di critiche molto pesanti da parte del consigliere ex pidiellino, il quale ha concluso il suo intervento rievocando una massima molto in voga durante il fascismo: “Caro Sindaco, negli anni trenta si diceva che è l’aratro che segna il solco ed è la spada che lo difende. Ecco, veda di difendere l’azione della maggioranza di chi ha vinto le elezioni da soggetti esterni”; un modo un po’ sosfisticato per invitare il Sindaco a capire che senza la concertazione con la sua maggioranza non si va avanti, e questo riguarda anche e soprattutto la formazione della giunta, che secondo Scuderi e molti altri attori della maggioranza più cauti e silenziosi, va radicalmente sostituita con soggetti politici che rappresentino il peso elettorale uscito dalle urne del giugno scorso.
Alla fine del suo intervento, d’innanzi ad un visibilmente infastidito Bonaccorsi, Orazio Scuderi ha annunciato la sua non adesione ufficiale a Forza Italia, dichiarandosi “indipendente nella lista di elezione”. Niente passaggio all’opposizione, però, almeno per il momento.
Adesso la posizione di Bonaccorsi è molto delicata, perché dopo la fine della luna di miele con la città, sancita con le note vicende canone idrico, bollette pazze e Imu, la temperatura dello scontro non più sotterraneo con gli esponenti politici locali che lo hanno portato alla vittoria, è diventata un grosso problema non più trascurabile, e più si rinvia, più crescono i soggetti che avanzano legittime aspettative di ordine (più o meno) politico su posizioni di rilievo nella maggioranza e nella giunta.

La sedia del “Robertino di ferro” scricchiola, di certo non si frantumerà adesso, ma il dato certo è che con una coalizione così vasta non si amministra col “dispotismo illuminato” e neanche col “chi mi ama mi segua”. Adesso o si scende a compromessi con chi si è accettato di condividere un progetto politico-amministrativo o arrivare al 2018 potrebbe davvero essere impresa ardua se non impossibile.   

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