sabato 21 dicembre 2013

Giarre, Ecco perché il rendiconto sul bilancio 2012 è un imbroglio

Quella che vi raccontiamo questa settimana è la storia di un colossale imbroglio fatto di conti per nulla chiari e contraddittori; la storia di una politica “malata” in combutta con una altrettanto cattiva burocrazia.
Prendendoci la briga di andare a scartabellare una notevole mole di “carte”, abbiamo messo sotto la nostra lente il rendiconto sull’esercizio finanziario 2012, cioè lo strumento con il quale il Comune giustifica le proprie spese ai cittadini.
Le gravi irregolarità che attengono al rendiconto 2012 riguardano principalmente tre tronconi: Servizio idrico, Tarsu, Servizi conto terzi. Ma andiamo con ordine.
La vicenda del canone idrico raddoppiato in un sol colpo con l’ormai tristemente famosa determina 75/bis è noto, basterebbe solo questo per gridare -giustamente- allo scandalo. Ma andando a guardare i numeri probabilmente si può parlare di qualcosa che va oltre lo scandalo. Dal 2003 al 2010 il costo del servizio idrico è costato al Comune una cifra compresa tra un milione di euro e poco meno di un milione e mezzo; nel 2011 il costo è lievitato alla cifra stratosferica di € 2.340.236, ovvero un milione in più rispetto all’anno prima. La voce che ha fatto schizzare il costo complessivo del servizio è stata quella in riferimento all’acquisto dell’acqua: nel 2010 l’acqua è costata al Comune € 274.980, nel 2011 e nel 2012 è costata mediamente € 750.000, una lievitazione dei costi del 181%! Come se non bastasse, nel bel mezzo di questa giungla di numeri “farlocchi” c’è un mistero: perché nel rendiconto 2012 c’è scritto che il servizio è costato € 2.228.000, mentre nella relazione della Giunta Bonaccorsi sul rendiconto 2012 c’è scritto che è costato circa
€ 1.500.000?
A fronte di questi numeri scandalosi, il Sindaco anziché promettere per l’anno prossimo fittizie riduzioni del 25% basate sui conti di cui sopra, avvalendosi dell’istituto dell’autotutela dovrebbe ritirare immediatamente la determina che ha raddoppiato il canone idrico, chiedendo un secondo dopo a chi di competenza il perché da un anno all’altro il costo della fornitura dell’acqua è aumentato di oltre € 500.000. Altro che populismo, a Giarre bisogna restaurare lo Stato di diritto.
Passiamo al capitolo Tarsu. Nel rendiconto 2012 c’è scritto che il Comune ha incassato dalla tassa sui rifiuti circa sei milioni di euro, spendendone quattro per il servizio, più due per la “nebulosa” voce “altre spese”, nella quale figurerebbero affitti di uffici, dipendenti, etc.. Ecco, anche qui tutto fa puzza di bruciato, perché in merito alla differenza tra costo della tassa e costo del servizio la legge è chiara: la Tarsu non è una imposta, ma è una tassa ed in quanto tale non può avere un’entrata superiore rispetto al costo del servizio. Invece, alla lettura attenta dei dati, salta fuori che una parte consistente della Tarsu ha avuto la funzione di “Bancomat” della politica a spese dei cittadini.
Infine, capitolo servizi conto terzi; la legge dispone che in questa voce di uscita e di entrata del bilancio comunale “occorre inserire tutte quelle entrate , con pari contropartita di uscita, che non hanno rilevanza ai fini economici-finanziari per l'ente”, ad esempio: il Comune sottrae dagli stipendi dei suoi dipendenti somme pari alle trattenute erariali. La materia in questione è rigidamente regolamentata dall’osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali del Ministero dell’Interno, il quale ha previsto solo sei casi in cui è prevista la possibilità di utilizzare questo strumento. Orbene, nel solo 2012 il Comune di Giarre ha inserito in questo capitolo voci di spesa irregolari per un valore complessivo di oltre € 500.000 (parcelle di avvocati, consulenze esterne a vario titolo, etc.), tutte spese, quindi, che non rientrano nelle voci previste dalla legge. Perché questo escamotage? Perché le spese conto terzi esulano dal conto complessivo del patto di stabilità imposto ai Comuni per contenere le spese, permettendo così una via di fuga semplice per una spesa corrente off-limits.
Alla luce di tutto ciò appare assolutamente incredibile che la nuova maggioranza -vecchia in gran parte delle facce- possa chiudere gli occhi e avallare queste scellerate politiche finanziarie. La mancata denuncia di questo insostenibile rendiconto, seguita anzi dalla silente approvazione, segna inesorabilmente la fine di qualsiasi dialogo tra chi amministra e chi persegue la strada della verità, della giustizia e della legalità. Da domani non potrà esserci altra richiesta nei confronti di questa nuova/vecchia maggioranza, se non quella di un sonoro “tutti a casa”, senza differenze né giustificazioni. 

(Alberto Cardillo - I Vespri)


  

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