sabato 31 maggio 2014

Giarre e il dopo voto: cosa cambia negli equilibri della politica cittadina. Le sorprese, le delusioni i tonfi.

A Giarre, in linea con il resto della Sicilia, una consistente parte dell’elettorato si è disinteressata rispetto alle vicende della politica, il primo partito, quindi, è quello dell'astensione.

Si sono recati ai seggi solo 9616 giarresi (42%), quasi 6000 in meno rispetto alle politiche 2013.
La forte astensione ha colpito principalmente il blocco degli ex-PDL, FI e NCD che, sommando i loro voti, hanno perso oltre 2000 voti rispetto al vecchio contenitore ove erano uniti. Nonostante ciò, comunque, Forza Italia ha tenuto botta con 2278 voti (677 per Pogliese) che, visti i soli 914 di NCD che a Giarre di notevoli “bocche da fuoco” del consenso, può essere visto come un buon risultato.

Entrando nello specifico, è stato inaspettatamente di molto sotto le attese il risultato conseguito dal candidato sostenuto dal Sen. Pippo Pagano, dal Sindaco e dal più grosso gruppo consiliare, il Prof. Giovanni La Via infatti non è andato oltre le 700 preferenze, cinque anni fa ne ottenne oltre 2000.

Roberto Bonaccorsi ostenta serenità, ma questo risultato è un chiaro campanello d’allarme, con FI e Art. 4 che adesso saranno pienamente legittimati a “pretendere” maggiori posizioni di presenza.
In linea con la forte flessione nazionale anche il M5S, il partito di Grillo e Casaleggio rispetto alle scorse politiche perde qualcosa come 2019 voti, scendendo di oltre 5 punti percentuali.
Il PD fa il botto anche a Giarre, ma qui oltre a Renzi, la marcia in più è stata quella degli ospiti “invadenti” di Articolo 4, che portando alla causa di Michela Giuffrida oltre 1000 voti hanno portato quest’ultima ad essere la candidata più votata a Giarre. Quindi come in tutto il resto della Sicilia, i leanziani-sammartiniani-sudaniani ex-Dc ex-Udc ex-Mpa ex-FI, hanno mandato lanciato un messaggio di “presenza” forte e chiaro.

Più indietro ma comunque con un buon risultato “terrestre”, i candidati sostenuti dal coordinamento locale: la Chinnici con 602 voti e Fiandaca con 558 voti. Buon risultato anche per il sardo Soru (sostenuto dall’area Lab Dem) che si è attestato a 290 voti.

Nel suo complesso il PD va 600 voti oltre quelli ottenuti nel 2013, attestandosi come primo partito cittadino al 32%.
Incoraggiante il risultato del partito di Giorgia Meloni che per un soffio non ha superato lo sbarramento nazionale del 4%. FDI-AN a Giarre aumenta notevolmente i voti delle politiche, passando da 196 (1,3%) a 335 (3,5%). I candidati sostenuti dal locale coordinamento, Meloni e Pappalardo si sono attestati rispettivamente a 227 e 118 voti.
Sotto le attese il risultato della Lista Tsipras che vede eroso di circa 200 voti il suo zoccolo duro delle politiche (SEL e Lista Ingroia), attestandosi a 515 voti (5,3%). Ci si aspettava di più per una lista che esprimeva un candidato locale, Alfio Foti, il quale è molto stimato anche negli ambienti della sinistra PD (sponsorizzato tra l’altro anche da Rita Borsellino), per lui però solo 329 voti.
Infine, la cronaca di un “funerale elettorale”, il tonfo verticale degli ex montiani e tabacciani, che rispetto alle politiche hanno perso oltre 1000 voti, solo 49 voti di lista, praticamente vaporizzati.
Le tabelle che mostrano nel dettaglio le differenze tra le elezioni politiche del 2013 e le europee della scorsa settimana
(S.S. - I Vespri, 31/05/2014)

martedì 27 maggio 2014

Europee a Giarre. Boom PD, male NCD e M5S. Bene FI e FDI-AN

Nelle tabelle di seguito abbiamo analizzato i risultati di Giarre per le elezioni europee, confrontandoli con quelli delle elezioni politiche di un anno fa.
Il primo partito è quello dell'astensione, dato che si sono recati ai seggi solo 9616 giarresi (42%), quasi 6000 in meno rispetto alle politiche 2013.
La forte astensione ha colpito principalmente il blocco degli ex-PDL, FI e NCD che, sommando i loro voti, hanno perso oltre 2000 voti rispetto al vecchio contenitore ove erano uniti. Nonostante ciò, comunque, FI ha tenuto botta con 2278 voti che, visti i soli 914 di NCD (che a Giarre esprime un Senatore e un'amministrazione praticamente monocolore) può essere visto come un buon risultato. 
Giù anche il M5S, anche quest'ultimo perde qualcosa come 2019 voti.
Il PD sulla scia di Renzi e della votatissima Giuffrida (oltre 1000 preferenze) va 600 voti oltre quelli ottenuti nel 2013, attestandosi come primo partito cittadino al 32%.
Bene anche il partito di Giorgia Meloni, FDI-AN aumenta notevolmente i voti delle politiche, passando da 196 (1,3%) a 335 (3,5%).
Scarso il risultato della Lista Tsipras che vede eroso di circa 200 voti il suo zoccolo duro delle politiche (SEL e Lista Ingroia), attestandosi a 515 voti (5,3%). Ci si aspettava di più per una lista che esprimeva un candidato locale molto stimato a sinistra.
Tonfo verticale degli ex montiani e tabacciani, rispetto alle politiche hanno perso oltre 1000 voti. Praticamente vaporizzati.

sabato 24 maggio 2014

Giarre. Roberto Bonaccorsi un anno dopo

Roberto Bonaccorsi all'atto s'insediamento
Tra qualche giorno sarà trascorso un anno dalle elezioni amministrative che portarono Roberto Bonaccorsi alla conquista della poltrona di primo cittadino.
Oggi, è tempo di bilanci, per un sindaco e un’ amministrazione che, almeno in pubblico, promettevano un grande cambiamento rispetto tutto quello che era passato.
In realtà è cambiato poco o nulla, gli stessi manovratori che durante la precedente gestione avevano assunto più o meno nell'ombra ruoli di rilevante importanza sono rimasti al loro posto, la qualità dell'azione amministrativa è rimasta del tutto simile a quella del passato, l'unica cosa che sembra essere cambiata è il grande spazio dedicato dal sindaco alla comunicazione, che però per quanto brillante (e azzeccatissima in campagna elettorale), non basta più a contenere il malcontento di una città ormai svilita.
Entrando nel dettaglio, le principali e simboliche azioni amministrative che hanno dimostrato palesemente il mancato scostamento di Bonnaccorsi rispetto al passato, sono tre:
La prima, anche in ordine cronologico, è la vicenda riguardante la riqualificazione di villa Margherita, e si fa infatti, mesi fa, affrontammo questo caso ribattezzando la suddetta villa come “la villa dalle uova d'oro”. Un intervento di somma urgenza, con un incarico assegnato in fretta e furia, per la modesta somma di € 25.000, una somma non da poco per un Comune quasi al collasso e per un lavoro tutt’altro che urgente e che poteva essere realizzato dai tanti addetti al verde pubblico non sempre attivissimi. Qualcuno fece notare all'epoca che con le stesse somme sarebbe stato possibile acquistare i mezzi necessari agli addetti al verde pubblico per la manutenzione di tutte le ville di Giarre.
Un'altra vicenda emblematica è quella del piano di riequilibrio, un piano realizzato con podestarile solitudine da parte del sindaco che si è avvalso soltanto della collaborazione di un tecnico contabile assunto ad hoc, il Dott. oliva, che prima doveva essere gratis e poi in realtà qualcosa all’ente è costato. Al di là di tutto la cosa importante, entrando nel merito della questione, è la concezione di un piano di riequilibrio che incatenerà Giarre per 10 anni alla spesa contingentata e ad un livello di tassazione che resta e resterà da record. A questa vicenda va allegato il mistero della lettera che il Ministero dell'Interno avrebbe inviato al sindaco, sollevando alcune incongruenze del piano. Questa lettera di cui non si hanno ancora notizie, non si sa cosa contenga, non si sa neanche se possa realmente inficiare la validità del piano e quindi se Giarre sia ancora un comune a rischio dissesto.
L'ultima vicenda emblematica è quella della creazione del famoso ufficio legale, un'idea certamente meritoria, che potrebbe essere il mezzo per evitare gli sperperi milionari in spese legali che negli anni scorsi hanno contribuito fortemente a creare il grandissimo debito che oggi la nostra città si ritrova sul groppone.
Le critiche rivolte quest'azione riguardano sia il metodo che il mezzo: il metodo perché non si può decantare in piazza la trasparenza per poi fare nel palazzo i soldi giochetti, quindi non si può pubblicare sul sito Internet del Comune di sul profilo Facebook del sindaco un avviso pubblico per la selezione di avvocati disposti a far parte dell'ufficio legale del Comune; non si può chiedere ai cittadini di inviare curriculum, sapendo che già le decisioni sono prese in base al metodo della spartizione di “cencelliana” memoria. Tutto ciò è stata una terribile presa in giro.
È sbagliato anche il mezzo trovato per retribuire gli avvocati di questo nuovo “pool”, perché è troppo bassa la retribuzione fissa (circa € 400 al mese), ed è troppo alta la parte che gli avvocati incasserebbero in caso di causa vinta, che è pari al 50% dell'introito che il Comune dovrebbe avere. Quindi poniamo il caso che il Comune vincesse una causa da 1 milione di euro, l'avvocato investito della difesa del Comune incasserebbe € 500.000. È evidente come vi sia una sperequazione troppo alta.
All'interno di questo quadro certamente non idilliaco, per il sindaco si inserisce anche il grande problema di una maggioranza che reclama più spazio, o meglio: singoli consiglieri che un anno fa hanno sostenuto Bonaccorsi e che oggi chiedono posizioni di presenza maggiori. Dei malumori già sono emersi, vedi le invettive di Orazio Scuderi, e altri ne emergeranno a breve, a quel punto non sarà più eludibile il rimpasto della giunta, mettendo in discussione la gestione podestarile del sindaco. La cosa più “tragica” è che è difficile immaginare se questo sia un bene o un male. In ogni caso, come dicevano gli antichi, più buio di mezzanotte non può esserci.

SS, I Vespri, 24/05/2014

martedì 13 maggio 2014

Rampelli (FdI-AN): “Basta prodotti agricoli africani, immigrazione sia questione europea”

“Ieri i prodotti tarocchi cinesi, oggi i prodotti agricoli africani. L’Italia è diventata preda delle multinazionali della schiavitù che hanno già distrutto i nostri distretti tessili di eccellenza, e che oggi rischiano di distruggere anche la nostra agricoltura. Difendere la nostra agricoltura e il nostro territorio è un impegno primario di FdI-AN che ha lanciato già da diversi mesi una campagna di mobilitazione in difesa dei settori strategici dell’economia nazionale, tra cui l’agricoltura e il settore agro-alimentare. Il prezzo al dettaglio dei prodotti africani è inferiore a quello di produzione di quelli italiani. A soffrirne in particolare sono gli ortaggi siciliani. Il patto con il Marocco prevedeva che i loro prodotti potessero entrare solo in caso di calo produttivo italiano. Ovviamente, il flusso arriva costantemente e a prescindere dalla produzione: questo toglie quote di mercato agli italiani che sono poi costretti a chiudere le aziende e in alcuni casi, drammatici, a togliersi la vita. Se togliamo alla Sicilia questo settore, che crea occupazione ed è una punta di eccellenza del comparto agroalimentare italiano, rischiamo di far aumentare una crisi che è già a livelli drammatici”.
Cosi il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia-AN, Fabio Rampelli, in visita in Sicilia accompagnato dal dirigente nazionale di FdI-AN, Giovanni Moscato e dal portavoce regionale del partito, Sandro Pappalardo.
«La Sicilia – ha aggiunto Rampelli – già paga un tributo troppo alto per la nostra appartenenza all’Unione Europea: essere approdo dei flussi migratori che dal Nord Africa e Medio Oriente vedono nelle coste siciliani la porta d’ingresso per l’Europa. Come Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ci stiamo battendo affinché il peso di questi arrivi sia equamente distribuito tra tutti i 28 Paesi dell’Ue e la Sicilia abbia un giusto indennizzo per l’ospitalità che è costretta a sostenere».

Catania. Mercoledì 14 Giorgia Meloni a P.zza Teatro Massimo

Mercoledì 14 maggio alle ore 21, presso Piazza Teatro Massimo di Catania, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, incontrerà elettori, simpatizzanti e militanti della Sicilia Orientale, tenendo un pubblico comizio.
L'iniziativa è inserita all'interno del calendario della maratona elettorale di #alzalatestatour di FdI-AN.

domenica 11 maggio 2014

Giarre. FdI-AN in Piazza contro l'abrogazione del reato d'immigrazione clandestina

Il coordinamento giarrese di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale ha tenuto ieri pomeriggio un gazebo per la raccolta firme contro l'abolizione del reato d'immigrazione clandestina e contro le pensioni d'oro. Come ci ha spiegatoGiuseppe Nicotra (uno dei componenti del locale circolo): "Le firme raccolte faranno parte delle petizioni popolari che saranno inviate da FdI-AN a Senato e Camera".
La manifestazione ha fatto segnare un ottimo risultato dal punto di vista della partecipazione, anche perché nell'occasione i cittadini hanno potuto prendere conoscenza del programma elettorale per le europee di FdI-AN e di Sandro Pappalardo, unico candidato della provincia di Catania al P.E.
Sabato e domenica prossimi l'appuntamento con la raccolta firme sarà replicato.

sabato 10 maggio 2014

Giarre. PD, Liberi Consorzi: "Una riforma difficile"

Il Segretario del PD di Giarre, Dario Li Mura
Sabato scorso la sala Romeo è stata teatro di una approfondita analisi della riforma che disciplina i liberi consorzi di comuni che prenderanno il posto delle abolite province regionali, presenti numerosi segretari di circoli PD dell’hinterland e amministratori di area PD che hanno ascoltato, dopo l’introduzione del Segretario PD di Giarre Dario Li Mura, le relazioni dei Professori Piraino Professore, Diritto Regionale presso l’Università di Palermo, esperto di enti locali, consulente di numerosi enti e storico Segretari dell’ANCI Sicilia,  Caserta, Professore di Macroeconomi all’Università degli Studi di Catania e Andò Professore Ordinario di Diritto Pubblico  Comparato dell’Università Kore di Enna ed è intervenuta anche Concetta Raia Deputato Regionale PD. Il Segretario Li Mura ha esordito dicendo che l’incontro era prima di tutto una promessa mantenuta, dopo che l’intenzione di occuparsi approfonditamente dei Liberi Consorzi era stata formulata durante un incontro pubblico svoltosi a Riposto nelle scorse settimane, e che si tratta di un primo passo che il PD compie volutamente con l’ausilio di intellettuali provenienti dal mondo accademico e con il deputato Raia in rappresentanza del legislatore regionale, al fine di incardinare il discorso e la proposta politica del partito sul libero consorzio su basi solide, così da no affrettarsi in proposte improvvisate o frutto di mero campanilismo. Il Prof Piraino ha esposto limiti e potenziali della riforma, individuando il limite nel referendum confermativo che i comuni dovrebbero indire dopo l’approvazione dei 2/3 del consiglio comunale, nei rischi di mancata disciplina dei referendum negli statuti comunali cui l’assessorato regionale non saprebbe come rispondere e altro limite è quello della soglia dei 150 mila abitanti che deve essere mantenuta dai 9 consorzi individuati dalla legge, soglia che impedirebbe ai comuni desiderosi di aderire ad altri consorzi di uscire da quello delle ex provincia qualora il numero di abitanti del comune fosse necessario per raggiungere la soglia stessa. Il Deputato Raia ha difeso la legge che ha dovuto superare le resistenze che sono venute dall’aula e i numerosi voti segreti cui si è dovuto far fronte, considerato che per programma di coalizione si doveva procedere all’abolizione delle province e si doveva far in fretta per evitare di rinnovare con le elezioni enti che poi sarebbero stati soppressi, e l’ha definita la riforma delle riforme che cambia profondamente il rapporto tra regione  comuni. Il Prof. Caserta ha descritto la perimetrazione come la individuazione di una giurisdizione ottimale che non deve essere necessariamente ampia così da creare economie di scala, ma  ristretta così da valorizzare le risorse speciali di un determinato territorio e ha evidenziato come questa esigenza sarebbe stata soddisfatta meglio se vi fosse stata la possibilità di aderire a consorzi diversi sulla base della materia della diversa materia. Il Prof. Andò concludendo ha messo in guardia dall’attribuire paternità politiche ai nuovi consorzi perché ciò li espone a gravi rischi di fallimento, tenuto conto che sia nella delibera dei consigli, che nel referendum, armi molto potenti di interdizione sono nelle mani delle minoranze e ha evidenziato il ruolo dei sindaci nel rivolgersi alle popolazioni e la necessità che quanti più corpi intermedi si coalizzino a sostegno di una qualsiasi proposta di libero consorzio, tenuto conto degli ostacoli imposti dal legislatore, difficilmente emendabili per la situazione politica all’Ars, che pregiudicano fortemente la formazione di nuovi consorzi.


S.P. - I Vespri

venerdì 9 maggio 2014

Giarre. La Lettera del Mistero crea scompiglio nella Maggiorranza

Al Comune di Giarre quasi un mese fa è arrivata una lettera, mittente il Ministero degli Interni, quello retto da Angelino Alfano, leader nazionale del Partito Nuovo Centro Destra, in cui si sollevavano rilievi sul Piano di Risanamento Pluriennale (c.d. “Salva Giarre”) e si chiamava in causa il Collegio dei Revisori dei Conti. Questi ultimi pur avendo notizia dell’esistenza della missiva destinata al Comune di Giarre, che richiedeva il loro parere, ancora dopo un mese, non hanno visto recapitarsi nulla e per questo hanno scritto al Sindaco protestando. Il primo cittadino non è certo interessato a che i rilievi alla sua creatura –il piano di riequilibrio- vengano messi alla luce e possano finire presto sulla bocca di tutti, tecnici, politici e cittadini, sfortunati contribuenti. Se una lettera di questo tipo è stata recapitata al comune è certo che il sindaco avrebbe ad un tempo dovuto informare tempestivamente sia l’organo di controllo e di indirizzo politico, il consiglio comunale, sia l’organo che esercita un controllo tecnico, in posizione di terzietà, il Collegio dei Revisori dei Conti. Il fatto che ciò non sia avvenuto configura una grave anomalia, quantomeno di ordine politico, perché l’assemblea espressione della popolazione, della rappresentanza politica, non sarebbe stata messa a conoscenza dei rilievi e dunque delle possibili incongruenze, falle, di un provvedimento che ha essa stessa approvato. L’altra anomalia, il mancato coinvolgimento dei Revisori, fa cadere lunghe ombre sull’intero impianto del Piano di Risanamento, sarebbe la dimostrazione che i conti non tornano, come già da più parti era stato denunciato. Uno smacco senza possibilità di redenzione, una macchia indelebile su una sindacatura che della tecnica faceva il suo punto di forza, ma che per la tecnica rischia di azzerare tutta la sua credibilità, se questo piano dovesse essere bocciato. E allora si spiega chiaramente perché la lettera che scopre l’arcano non sia stata diffusa. Ma quello che è concesso ad un consulente privato non è concesso ad un pubblico amministratore: se il consulente persegue l’utile del cliente, talvolta -sia detto senza malizia- anche a scapito dell’interesse pubblico, può forse trovare la forma per fare l’interesse del privato celando qualche carta, ma un pubblico amministratore deve tenere in considerazione di essere in carica pro tempore, e si trova dinnanzi al principio di continuità delle istituzioni, e certo una carta cui non si da la dovuta attenzione può significare anni di costi per una intera comunità, e la connessa responsabilità politica dinnanzi alla città, ma anche verso i futuri amministratori, senza dire della condizione di ignoranza in cui viene messo il Consiglio Comunale e in particolare l’organo di revisione, per gli altri profili di responsabilità che si possono rilevare. Non è un caso che i revisori abbiano formalmente protestato per la mancata trasmissione della lettera di cui si è detto. I fatti sin qui narrati segnano forse un punto di non ritorno per l’entrata in clandestinità delle procedure amministrative all’interno del Comune di Giarre e non è chiaro cosa bisogna aspettarsi dai giorni a venire. Inevasa rimane la domanda su cosa sarà del piano di Risanamento, come si supereranno le obiezioni mosse? Con le dovute risposte tecniche o si proverà a via di intermediazione, di buoni offici di scranni senatoriali? Trascinare il ministero del leader di NCD dentro un pasticcio tutto giarrese frutto dell’intreccio tra malapolitica e pseudo tecnica non è un buon servizio da rendere al NCD e non è un buon servizio reso al buon andamento della gestione delle pubbliche amministrazioni. L’aura di mistero non circonda solo la questione della lettera sul piano di riequilibrio ma anche un importante passaggio di questa nuova amministrazione: la nomina di 5 avvocati e di un commercialista per il servizio di difesa e patrocinio del Comune. Non è chiaro sulla base di quali titoli verranno compiute le nomine, tenuto conto che l’avviso recita che le manifestazioni di interesse possono essere “eventualmente corredate da curriculum”. Dunque se il curriculum e i titoli sono considerati un accessorio, su quali criteri si fonderà la nomina? Un altro segreto. L’essere stati candidati nelle scorse elezioni nella coalizione del sindaco, o essere parenti, ascendenti, discendenti, coniugi di candidati, di trombati costituirà forse titolo? L’essere insomma sottobosco politico sarà rilevante? La lettera con manifestazione di interesse deve essere seguita o preceduta da lettera o telefonata di raccomandazione? Sono questi i titoli per questa selezione? Ma allora perché non rendere noti questi novelli titoli e fare una graduatoria di raccomandati e raccomandanti, potrebbe essere l’occasione per capire una volta per tutte chi decide a Giarre e sulla base di quali “titoli” il comune affida incarichi. La meritocrazia è solo slogan. E il potere a Giarre preferisce il segreto.

Spectator - I Vespri