sabato 5 aprile 2014

Giarre. La chance del comune come presidio dei diritti sociali

Alcune questioni sono balzate con diverso tono all’onore delle cronache giarresi: la crisi ormai intensa e persistente in cui versa l’Ipab Marano, cui solo marginalmente si può connettere il fenomeno di malapolitica per cui negli organi della stessa viene collocato personale politico di risulta, trombati, sottobosco politico e clientela; le tensioni con gli LSU che percependo in media somme inferiori ai mille euro dall’inps e che essendo in parte residenti fuori Giarre lamentano di dover affrontare le spese di viaggio con un certo pregiudizio per l’economia familiare; il contributo per le spese di trasporto scolastico comunale che sarà richiesto alle famiglie giarresi, eccetto quelle che per legge sono esenti; i guai del sistema di smaltimento dei liquami negli alloggi popolari di via Gorizia, fatto che si ripresenta ciclicamente, con annesso rimpallo di responsabilità tra comune e Iacp, con grave pregiudizio per la salute dei residenti, le condizioni di vita e della dignità cui essi come tutti hanno diritto. Queste quattro notizie che forse non fanno scalpore -e di certo non ne fanno abbastanza- evidenziano la centralità del comune come centro erogatore di servizi sociali, intensamente connesso alla qualità della vita quotidiana delle persone, la centralità nel rapporto relazionale con altri soggetti che collaborano alla prestazione dei servizi, il momento di grave ristrettezza economica e l’assenza di ogni minima strategia del comune volta ad far crescere la spesa sociale sacrificando altra spesa -quella della burocrazia comunale?- improduttiva quanto a soddisfazione dei diritti sociali. Queste quattro notizie sono degli allarmi, suonano perché ancora c’è qualcosa da salvare, questo qualcosa è uno degli ultimi presidi repubblicani dello stato sociale. I comuni per la loro vicinanza ai cittadini sono il più periferico dei recettori del dolore della distanza sociale. E’ per questo che nell’ultimo mese le richieste degli abitanti di via Gorizia sono finite per manifestarsi con una presenza fisica degli abitanti nella sala del consiglio comunale, è per questo che il consiglio ha discusso la questione Ipab ed è per questo che la protesta dei Lavoratori socialmente utili è stata mossa verso il sindaco, è il segno che questa istituzione è ancora vitale, i cittadini riconoscono un interlocutore e ciò ad ora ha impedito che i toni della protesta verso lo stato-istituzione deflagri definitivamente. C’è bisogno che arrivino le risposte concrete alla domanda di diritti che si solleva, ma due sono i problemi: lo stato delle casse del comune -certo- e la decisione politica di riconoscere in questi temi il carattere di priorità, ma questa è una giunta senza politica e dunque senza priorità che si innervino direttamente nella vita dei cittadini. Le priorità sono state la produzione di regolamenti su regolamenti nella prima fase dell’amministrazione, unitamente all’ingaggio di tecnici e tecnici, l’aumento di indennità di un segretario trasformato in superburocrate ministeriale, ciò fa di questa amministrazione un manipolo che si agita al di fuori della storia, senza il senso della politica, che mette a rischio il comune come presidio dei diritti sociali.

(Dario Li Mura - I Vespri, 05/04/2014)

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