Quest’ultima settimana è stata un concentrato di sorprese e
avvenimenti politici molto rilevanti per il futuro dell’amministrazione del
circo della politica cittadina nel suo complesso.
Con qualche mese di ritardo anche a Giarre è stata sancita
la scissione del vecchio Pdl, con la nascita in seno al consiglio comunale del
Nuovo Centrodestra e di Forza Italia. In parole povere sono ufficialmente nati
i gruppi dei paganiani e dei non paganiani. Nel gruppo del Ncd del Senatore
Pagano entrano Antonella Santonoceto (capogruppo), Francesco Longo, Mario Marano e Angelo Spina.
Resta in bilico Vittorio Valenti ancora metà strada tra l’Articolo 4 e il Ncd.
La Santonoceto ha sottolineato che: “il Nuovo Centrodestra
giarrese ha come riferimenti il Sen. Giuseppe Pagano e il Sottosegretario
Giuseppe Castiglione. Vogliamo dare il potere a chi partecipa e a chi
s’impegna”. Aria d’ilarità in consiglio…
Coup de theatre, invece, sulla formazione del gruppo di
Forza Italia. Tutti davano ormai per scontata la formazione del gruppo da parte
di Francesco Cardillo e Orazio Scuderi, ma dopo la fluviale e quasi infinita
presentazione del nuovo gruppo forzista da parte di Cardillo, il quale ha
spiegato i motivi che hanno portato un “non berlusconiano” ad aderire a Forza
Italia, ha preso la parola l’Avv. Scuderi.
“Il mio non è un intervento aulico come quello dei colleghi
che mi hanno preceduto -ha esordito il coriaceo avvocato- mi limiterò a parlare
di questioni locali”. A questo punto la sala che sino quel momento era stata un
po’ disattenta, vuoi per la tarda ora, vuoi per la noia di tante inutili parole
che sovente si perdono in consiglio, si è sintonizzata con attenzione nell’ascolto
delle parole mai banali del consigliere Scuderi.
“Sig. Sindaco, Lei sin oggi ha amministrato più come un
Commissario prefettizio che come un Sindaco eletto. Lei -continua un
imperturbabile Scuderi- non ha mai tenuto conto del consiglio comunale democraticamente
eletto, non ha condiviso le scelte amministrative, ha formato una giunta di
soggetti senza alcun peso elettorale, rischia di farsi scippare la gestione
della città da comitati d’affari e gruppi d’interesse che oggi la osannano ma
che al momento opportuno la scaricheranno e la crocifiggeranno”.
Una carrellata di critiche molto pesanti da parte del
consigliere ex pidiellino, il quale ha concluso il suo intervento rievocando
una massima molto in voga durante il fascismo: “Caro Sindaco, negli anni trenta
si diceva che è l’aratro che segna il solco ed è la spada che lo difende. Ecco,
veda di difendere l’azione della maggioranza di chi ha vinto le elezioni da
soggetti esterni”; un modo un po’ sosfisticato per invitare il Sindaco a capire
che senza la concertazione con la sua maggioranza non si va avanti, e questo
riguarda anche e soprattutto la formazione della giunta, che secondo Scuderi e
molti altri attori della maggioranza più cauti e silenziosi, va radicalmente
sostituita con soggetti politici che rappresentino il peso elettorale uscito
dalle urne del giugno scorso.
Alla fine del suo intervento, d’innanzi ad un visibilmente
infastidito Bonaccorsi, Orazio Scuderi ha annunciato la sua non adesione
ufficiale a Forza Italia, dichiarandosi “indipendente nella lista di elezione”.
Niente passaggio all’opposizione, però, almeno per il momento.
Adesso la posizione di Bonaccorsi è molto delicata, perché
dopo la fine della luna di miele con la città, sancita con le note vicende
canone idrico, bollette pazze e Imu, la temperatura dello scontro non più
sotterraneo con gli esponenti politici locali che lo hanno portato alla
vittoria, è diventata un grosso problema non più trascurabile, e più si rinvia,
più crescono i soggetti che avanzano legittime aspettative di ordine (più o
meno) politico su posizioni di rilievo nella maggioranza e nella giunta.
La sedia del “Robertino di ferro” scricchiola, di certo non
si frantumerà adesso, ma il dato certo è che con una coalizione così vasta non
si amministra col “dispotismo illuminato” e neanche col “chi mi ama mi segua”.
Adesso o si scende a compromessi con chi si è accettato di condividere un
progetto politico-amministrativo o arrivare al 2018 potrebbe davvero essere
impresa ardua se non impossibile.