sabato 26 ottobre 2013

Cultura. Non solo mala politica, Mascali è anche storia, cultura e arte

Spesso si parla di Mascali portandola come esempio massimo di mala politica e commistione delle istituzioni con la mafia. E’ evidente che nel giudizio complessivo su questa cittadina abbiano molto inciso i due scioglimenti del Comune per mafia nel giro di vent’anni. Che poi il primo scioglimento non abbia condotto ad alcun risultato giudiziario e che il secondo sembra dirigersi sulla stessa strada poco importa, il giudizio popolare è comunque impietoso.
Ma Mascali non è solo questo. Mascali è un enorme crogiolo di storia e cultura della zona jonico-etnea, Mascali è stata la città capoluogo dell’omonima Contea, Mascali è stata la città delle industrie agrarie, Mascali è stata la città sepolta dalla lava e ricostruita nel giro di pochi anni.
Questa settimana i riflettori vogliamo puntarli su questa Mascali, regalando uno scatto d’orgoglio a chi la conosce e un’occasione di cultura a chi la sconosce.
Il 6 novembre 1928 una devastante eruzione del vulcano Etna distrusse integralmente la città di Mascali, lasciando praticamente tutti gli abitanti senza abitazione.
Le cronache dell’epoca parlavano di Mascali come una fiorente cittadina dalla vocazione commerciale. Un valido e forte contraltare alla nobile Acireale. Mascali era inoltre nota in tutta Italia per le particolari industrie agrarie dove venivano estratte le essenze dagli agrumi.
Dopo la distruzione, il Governo fascista promise una rapida ricostruzione in un sito diverso da quello originario che si trovava in collina. Gli urbanisti incaricati individuarono l’attuale zona in quanto pianeggiante, più vicina al mare e attraversata dalla SS.114, a metà strada tra Fiumefreddo e Giarre. Il tutto per rendere la nuova cittadina più moderna ed idonea ad uno sviluppo commerciale.
Il sistema urbanistico adottato individuò gli assi viari disposti in modo razionale, secondo uno schema ippodamèo. La commissione suddivise in diverse aree la nuova cittadina, individuando le zone per la costruzione privata di nuove abitazioni e zone destinate all’edilizia popolare (alloggi stabili) per i meno abbienti. Una grande piazza su cui si affacciano il Municipio (allora “Casa del Comune”) e la Chiesa Madre in stile rinascimentale, fa da collante alle due tipologie edilizie al fine di amalgamare meglio i diversi strati sociali.
Le zone atte alle costruzioni private furono quindi suddivise in diversi appezzamenti, quest’ultimi assegnati agli abitanti della vecchia Mascali distrutta che ne inoltrarono richiesta al Commissario. I privati comunque non furono lasciati da soli, infatti oltre a godere dell’esenzione tributaria totale, furono anche sovvenzionati economicamente per la ricostruzione delle case.
Lo Stato comunque, fu sempre vigile sui criteri di costruzione dei privati, dando ad essi dei precisi obblighi da seguire, in seguito al R.D.L. 1927 e alla circolare ministeriale del 31 Agosto 1928, inviata dal ministro ai Lavori Pubblici Giovanni Giurati a tutti i prefetti e Podestà del Regno, al fine che essi s’impegnassero nel far seguire a tutti le nuove norme di sicurezza ed antisismiche volute dal legislatore. Quindi Mascali non solo fu concepita come una città estremamente moderna, fu anche uno dei primi nuclei cittadini interamente costruiti secondo le moderne norme di sicurezza dell’epoca. Il grosso dei lavori fu ultimato entro il 1937, e la leggenda narra che la Piazza Duomo fu ultimata in fretta e furia in una sola notte, alla notizia che il Duce, il giorno dopo in visita ad Acireale, avesse espresso la volontà di visitare la nuova città. Il giorno dopo effettivamente il Duce passò da Mascali, ma solo per un rapida sosta alla stazione con saluto dalla finestra del treno diretto ad Acireale.
Architettonicamente Mascali esprime tutto lo sviluppo e l’inquietudine artistica di quegli anni, divisa a metà, tra edifici ispirati alle linee taglienti del futurismo ed edifici di stampo conservatore volgenti ancora ad uno stile ottocentesco. Gli edifici pubblici invece, sono espressione della cosiddetta “architettura di Stato”, ovvero un razionalismo che fa da compromesso tra conservatorismo e modernità, lo stesso Mussolini disse a tal proposito: “Un’arte che deve guardare al passato e al tempo stesso l’avvenire. Noi non dobbiamo rimanere dei contemplativi, non dobbiamo sfruttare il patrimonio del passato. Noi dobbiamo creare un nuovo patrimonio da porre accanto a quello antico, dobbiamo creare un’arte nuova, un’arte dei nostri tempi, un’arte fascista”. E’ cosa nota a pochi che per l’urbanizzazione e la progettazione architettonica della città di Mascali, il regime si avvalse della consulenza di illustri architetti, tra i quali spicca Camillo Autore (allievo di Ernesto Basile), famoso per la risistemazione del lungomare di Reggio Calabria e la progettazione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele III che troneggia sul sopracitato lungomare.
Autore a Mascali si occupò della progettazione della “Casa del Comune” e dello stabile che ospita tutt’oggi la scuola elementare che si affaccia su Piazza Dante.
Insomma, Mascali è un piccolo grande tesoro architettonico e culturale rimasto coperto sin oggi per ignoranza e per via della “democratica idea egemone” che ha visto in questa città tratti artistici troppo “fascisti”. Ma oggi, dopo le prese di posizione di eminenti esponenti della cultura come Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio, i quali hanno definito lo stile novecento come ultima forma di archittettura originale made in Italy degna di nota, la speranza è che ogni forma di tabù possa cadere, dimostrando che Mascali ha una grande storia da raccontare, dopo lunghi decenni di silenzio.

(Alberto Cardillo - I Vespri, 26/10/2013)



Giarre. Rifiuti, M5S lancia il Progetto “Delattinizzazione” e attacca: “sui rifiuti amministrazione fallimentare”

Ogni tanto nella gattopardesca politica giarrese avviene qualcosa di nuovo, è il caso della campagna di “deLattinizzazione” lanciata dal Movimento 5 Stelle di Giarre. L’iniziativa dei pentastellati giarresi mira a sensibilizzare i cittadini verso una nuova concezione della differenziata, dopo la traumatica e fallimentare esperienza della raccolta differenziata “totale” imposta con modalità tutt’altro che accettabili dall’Ato Joniambiente. Come si legge dal sito www.giarre5stelle.it: “L’iniziativa si prefigge un triplice obiettivo: in primis la promozione di un comportamento di responsabilità civile nei confronti del proprio territorio – obiettivo importante se si considera che una singola lattina impiega dai dieci ai cento anni per essere smaltita dall’ambiente- nella speranza che contagi quanti più cittadini, il riutilizzo di materiale riciclabile, come la Strategia Rifiuti Zero ci insegna e, dulcis in fundo, una finalità sociale che dia una boccata di ossigeno in un periodo generale di crisi a persone che dedicano tempo ed energie a chi soffre”.
Il progetto è ancora in fase di avviamento ma diversi cittadini e molti esercizi commerciali hanno già mostrato il loro interesse. Di più, Giuseppe Tricomi, gestore di una nota panineria mobile nel quartiere Peri, ha addirittura annunciato che per i cittadini che aderiranno all’iniziativa la lattina che consumeranno nel suo locale costerà solo 1€. Esempi come questo dimostrano che in fin dei conti Giarre non è solo immobile apatia.
Ma di cosa si tratta più esattamente? E che vantaggio ne avranno i cittadini?
Ne abbiamo parlato con Francesco Garozzo, attivista a 5 stelle e referente del progetto.
Cos'è di preciso, chi coinvolge e a cosa mira questa campagna?
Progetto “Zona delattinizzata” prevede la raccolta di lattine di alluminio "donate" da esercizi commerciali di Giarre e Riposto che hanno aderito all'iniziativa (fase1) e prevede anche la "donazione" da parte dei cittadini (fase2, quella in corso). Sono state effettuate anche delle raccolte "straordinarie" presso la spiaggia di Riposto. Il progetto mira a sensibilizzare la cittadinanza ad una cultura vera e seria della differenziata. Infatti l'alluminio raccolto verrà, una volta lavato e compattato, consegnato ad una ditta che si occuperà del riciclo. Il ricavato ottenuto verrà dato in beneficienza alla soc. coop "Il Cerchio Magico" che gestisce una casa famiglia in Via Anselmi a Giarre.
Che risposta avete avuto dal lancio di questa campagna a oggi?
La risposta, ad oggi, è stata molto positiva da parte dei gestori dei locali (ristoranti, pubs, bars). I cittadini hanno manifestato un interesse nel progetto. Attendiamo "donazioni" di lattine al più presto.
Più in generale, ma rimanendo sempre sul tema, cosa ne pensate delle politiche dell'amministrazione comunale giarrese in materia di rifiuti?
Ad oggi, completamente fallimentare. La precedente amministrazione ci ha solo preso in giro con la raccolta differenziata e questa amministrazione è dovuta correre ai ripari. Di certo ha risolto una situazione drammatica ma c'è moltissimo lavoro da fare. Speriamo di vedere all'opera una raccolta differenziata degna di città civili.

(Alberto Cardillo - I Vespri, 19/10/2013)

sabato 19 ottobre 2013

Giarre. 100 x 100 Bonaccorsi: “Rispettati tutti gli impegni sui primi cento giorni”

Sabato scorso è andata in scena al teatro Rex di Giarre l’assemblea pubblica di Roberto Bonaccorsi. Il Sindaco ha raccontato i suoi primi 100 in un comune che vive una grave crisi finanziaria e tenta di riappropriarsi del ruolo di guida dell’area jonico-etnea. La partecipazione di pubblico, lusinghiera per gli organizzatori, è indice della luna di miele tra Sindaco e città e di una certa effervescenza politica del comune jonico, dopo che nella settimana precedente anche l’opposizione aveva convocato un’assemblea pubblica per relazionare sui primi 100 giorni di consiglio comunale. Quello di Bonaccorsi al Rex è un “One Man Show” ben riuscito, lui in piedi a calcare la scena e gli assessori seduti di lato. In principio coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e avere ragione dei suoi avversari in una polemica, risalente ai comizi chiusura della campagna elettorale, sul suo buon operato da assessore al bilancio del comune di Catania: il “suo” piano di rientro è stato approvato e la sua onorabilità professionale è salva. Di lì in poi sarà tutto uno sciorinare di cifre sullo stato di economia e finanza del comune di Giarre: “La verifica delle finanze pubblica che stiamo facendo -afferma Bonaccorsi- è uno degli impegni elettorali mantenuti. La situazione del Bilancio è drammatica, ma non credo al dissesto. Giarre non merita il dissesto e le sue conseguenze pesanti. Rimodulerò il piano di risanamento". Il Sindaco ha annunciato, dunque, di aver finito la lunga fase della ricognizione sulla posizione debitoria dell’ente: sono più di 14 milioni i debiti che eredita dalle precedenti gestioni. Con una variante i debiti saranno spalmati su dieci anni, in luogo dei cinque già previsti, ciò dovrebbe ad un tempo permettere di far fronte a passività superiori alle aspettative e consentire all’amministrazione qualche margine in più per lo svolgimento della propria azione. Bonaccorsi annuncia che, oltre a una riduzione della Tarsu pari al 10%, un 10% verrà rimborsato in 4 anni con una percentuale pari al 2,5 per anno. Il discorso del Sindaco si svolge sul registro del “fare”, ai conti fatti seguono le cose fatte ed è un rincorrersi di provvedimenti volti ad un riassetto complessivo dell’ente al fine di restituire efficacia all’azione e valore alle prestazioni professionali interne: tra destinazione del personale dipendente nelle posizioni coerenti con le qualifiche -col vistoso ricollocamento su strada di vigili urbani precedentemente destinati ad uffici- e creazione di un’area tributi, diversa dall’area finanziaria, nel quadro di un complessivo ridimensionamento di un dirigente più volte, da più parti, additato in campagna elettorale come causa del depotenziamento dell’azione politica degli amministratori. Vanta Bonaccorsi la pulizia della città, la restituzione del decoro e assieme della dignità – sebbene sia stato detto che peggio di così , va da sé, la città non avrebbe potuto essere ridotta- le villette che via via, nel centro e nella periferia, vengono ripulite e pare, talvolta a sentir bene, che per un ente locale del 2013 gli atti di ordinaria amministrazione abbiano assunto i caratteri della straordinarietà in questo tempo di vacche magre. Il Sindaco annuncia poi il costituendo ARO (ambito di raccolta ottimale) e l’impianto di un’isola ecologica nella frazione di Sciara, in un sito già individuato nel passato, poi non realizzato per l’opposizione dei residenti. Quanto al wi-fi gratuito nelle piazze, che l’efficace grafica della comunicazione del sindaco indica come già “Fatto”, sono stati impiantati gli elementi infrastrutturali ma le connessioni non sono ancora attive, in attesa degli aggiudicatari dell’appalto per il servizio. La cosa più sorprendente che si sente dal sindaco è la proposta di una piazza Duomo più estesa sia sul lato corto in direzione della villetta Garibaldi sia sul lato lungo, creando così continuità all’estensione della piazza e nuove occasioni per nuove attività commerciali con affaccio sulla piazza. Pare ricco il bilancio di questi primi giorni del Sindaco tecnico, che domina i numeri, ma per larga parte è parsa la relazione di un presidente dimissionario o sfiduciato in carica per il disbrigo degli affari correnti. L’unico lampo nel progetto per Piazza Duomo, poi tante cose, ma sfugge l’orizzonte di senso politico, la ricerca di un’anima per Giarre e della sua vocazione: che futuro per scuole, servizi, commerci? La dovizia e la competenza sui numeri fanno di Bonaccorsi un eccellente tecnico, resta il dubbio che al netto della buona comunicazione e delle grafiche efficaci la politica sia altra cosa.

(D.L. e Alberto Cardillo - I Vespri, 19/10/2103)

sabato 12 ottobre 2013

Giarre. C'è ancora "Un'altra Giarre" che vuol farsi sentire

La scorsa settimana Salvo Andò e Salvo Vitale hanno chiamato a raccolta il popolo che insieme a loro ha combattuto durante la dura campagna elettorale delle scorse amministrative di giugno.
L’occasione è stata l’assemblea pubblica convocata presso Sala Messina per presentare la nuova Associazione “Per Un’Altra Giarre”, naturale sbocco dell’omonimo Comitato Civico attorno al quale ha ruotato l’intera coalizione che ha sostenuto Salvo Andò nella corsa alla poltrona di primo cittadino.


"Durante la campagna elettorale abbiamo assunto un'obbligazione con la città -spiega Salvo Andò- promettendo che comunque fossero andate le cose non avremmo abbandonato il campo. Oggi ci ritroviamo qui, in un periodo post-elettorale solitamente considerato come "morto", invece siamo qui! Restiamo qui fare opposizione seria, pulita, legalitaria, intransigente, ad un'amministrazione assolutamente in continuità con il passato.
Il nostro -continua Andò- è un movimento aperto che va al di là delle appartenente partitiche dei singoli e saremo alleati di tutti i cittadini liberi che si troveranno sulla nostra lunghezza d'onda".
L’occasione è stata utile anche per fare il punto sui primi cento giorni dell’amministrazione e dell’opposizione. Durante il lungo pomeriggio di dibattito conclusosi quando ormai era sera, sono intervenuti numerosi cittadini e tutti i consiglieri di opposizione eletti tra le fila della coalizione capeggiata dall’ex Ministro, tutti non hanno lesinato aspre critiche all’amministrazione Bonaccorsi.
"Da me non sentirete mai parlare di opposizione costruttiva -dichiara un deciso Giannunzio Musumeci- non si può costruire con chi ha distrutto. In giunta e nel consiglio vedo le stesse facce di chi ha governato negli ultimi 10 anni, vedo inoltre gli stessi capi-bastone, deputati e senatori che hanno già in passato colonizzato Giarre. La vera discontinuità eravamo e siamo noi, ad esempio, se il 52% lo avessimo preso noi il Consiglio sarebbe stato rinnovato per il 70% con l'ingresso di ben 7 donne".
Gabriele Di Grazia (Lista Vitale per Giarre) è invece entrato nel merito di una delle tante promesse fatte dall’attuale Sindaco in campagna elettorale: “Vi interessa un'Audi A6? Il comune la vende. Vogliono 9.000 euro per un'auto di cui non si conosce lo stato e neanche il chilometraggio! Era uno spot della campagna elettorale, in realtà fonti bene informate dicono che non valga la pena neanche sistemarla.
Dicevano che avrebbero comprato un bobcat con i soldi della macchina venduta. Ne sono ancora così sicuri? Non credo. Intanto molti cittadini in buona fede c'hanno creduto”.
Anche il co-leader dell’opposizione Salvo Vitale ha bollato come inconcludente il nuovo Governo cittadino: “Quest'amministrazione ha spacciato la pulitura di due cespugli in una villetta per una rivoluzione. Certo, si dice che Giarre è più pulita di prima, ma come poteva mai essere più sporca? Qualsiasi amministrazione avrebbe avuto il dovere di rendere vivibile la città, questo entra nell'ordinario, non c'è nulla di cui vantarsi. Fin ora -continua Vitale- non abbiamo sentito una sola parola su come il Sindaco abbia intenzione di far uscire il Comune dalla grave crisi economica, ci vengono propinate cose che già sapevamo, senza dire cosa si intende fare; ecco, c’è una totale assenza di politica”. Poi l’affondo sui legami politici extragiarresi: “La verità è che questa maggioranza non ha reciso il cordone ombelicale con Bronte, le vicende come quella della nettezza urbana e il clamoroso silenzio sul progetto della regione sulle aree metropolitane -mentre gli acesi alzano la voce- provano quanto affermiamo. Fin ora niente di nuovo rispetto al passato. In atto solo una lotta contro un dirigente che, voglio sottolineare, anche noi avremmo depotenziato, ma che non può essere considerato natura di tutti i mali".
Durante i lavori dell’assemblea, a testimonianza della natura “multi-partitica” dell’opposizione unita nell’associazione “Per Un’Altra Giarre”, è intervenuta la consigliera del Pd Tania Spitaleri, la quale si è soffermata sulla politica dell’amministrazione a suo dire incentrata solo sugli spot ad effetto: “C'è poco da dire sulle cose fatte da questa amministrazione in questi primi cento giorni. Mi soffermo quindi sul metodo, e vi dico che quest'amministrazione ha saputo solo mettere in atto un meccanismo di comunicazione convulsiva e populista, si vive di post su Fb e specchietti per le allodole. Questa non è politica. Per il momento, abbiamo visto solo apparenza e un Sindaco abbastanza narcisista e chiuso a ogni confronto. La politica invece è partecipazione, militanza ideali”.
A metà dei lavori dell’assemblea è intervenuto anche il Dott. Giovanni Gulisano (Movimento Civico per Giarre), quest’ultimo eletto la scorsa settimana a Presidente della Commissione d’inchiesta sull’Ospedale di Giarre. Gulisano ha dichiarato che la commissione farà tutto quel che sarà nelle sue possibilità per evitare ulteriori depauperamenti del nosocomio giarrese.
Di amministrazione incapace di assumersi le sue possibilità ha invece parlato Raffaele Musumeci, il quale ha puntato il dito sull’ultima vicenda multe-strisce blu: “Su vicende come quella della riduzione delle multe elevate per irregolarità di chi parcheggia nelle strisce blu, bisogna dire che non è stata deliberata in giunta ma scaricano la responsabilità al Consiglio, quindi in un eventuale contenzioso che vedrebbe soccombente il Comune sarebbero i consiglieri a dover rendere conto dell'eventuale danno, non gli amministratori che tanto si vantano”.
A chiusura dei lavori Salvo Andò si è dichiarato soddisfatto della grande partecipazione all’evento, non facendo mancare una mica tanto velata punzecchiatura all’altra opposizione rappresentata dai due consiglieri “danniani” di “Città Viva”: “Sono certo che ripeteremo attività belle e partecipate come questa, magari cercando di coinvolgere anche le altre opposizioni oggi silenziose. In una città viva ci vuole un'opposizione che si fa sentire, se no la città non è più viva...".
Adesso quelli che attendo l’opposizione sono mesi fondamentali, dove dovrà essere messa alla prova la buona amalgama trovata in questo primo scorcio di consiliatura. In primo luogo bisognerà resistere alle “tentazioni del potere” che prima o poi si offriranno a chi siede in Consiglio, e poi bisognerà dimostrare che un’opposizione saggia che vuol bene alla città alza la voce quando è necessario, discute con tutti quando è possibile, propone migliorie quando è doveroso, anche ad atti proposti dalla maggioranza. Insomma, a Giarre serve un’opposizione non “costruttiva” (termine che sa tanto d’inciucio), ma responsabilmente combattiva, sempre capace di alzare la voce con giustezza senza il bisogno di strillare in maniera strumentale.

(Alberto Cardillo - I Vespri, 12/10/2013)








sabato 5 ottobre 2013

Giarre. Ultima chiamata per salvare l'Ospedale: Commissione d'inchiesta e Collegio di Difesa

Ormai da anni guarda all’Ospedale di Giarre paragonandolo ad un malato terminale, ma negli ultimi mesi sta accadendo davvero qualcosa di civilmente ingiustificabile. Fonti ben informate affermano che pezzi del servizio di anestesia vengono portiti  ad Acireale  e addirittura che  negli ultimi tempi l’ intero servizio di cardiologia -che in questi anni ha avuto pazienti per cinque volte in più rispetto a quelli avuti dall'analogo servizio dell'ospedale di  Acireale-  è stato trasferito nel nosocomio acese. La politica del “carciofo”, fatta in questi anni ai danni dell'ospedale di Giarre perché non aveva  santi in paradiso. Un Ospedale di recente apertura, fatto a pezzi da esponenti della mala politica di Acireale e di Bronte. E oggi che Giarre non sembra avere una classe politica in grado di difendere il diritto alla salute dei propri cittadini, lo smantellamento ha ricevuto un nuovo e più forte impulso.
Uno  smantellamento che, per onor di cronaca è giusto ricordare, si era fermato nei primi mesi di quest’ anno, perché movimenti politici e  pezzi di società civile avevano fatto fuoco e fiamme, manifestando e facendo presentare interrogazioni parlamentari. Qualcuno, a ben donde, ha pure minacciato denuncia alla corte dei conti per lo scempio che si faceva del pubblico denaro. Per queste ragioni si è salvata psichiatria e si avuto l'espansione del reparto di medicina . Adesso tutto torna inesorabilmente all'antico. Una volta passate le elezioni i capi partito della zona vanno all'incasso, sapendo che questa amministrazione non è nelle condizioni di difendere il territorio perché politicamente debole e di fatto alle dipendenze di chi ha messo insieme la coalizione vincente. Gli amministratori giarresi sono andati a parlare con l'Assessore alla Sanità a Palermo,  è vero, ma non sono stati ricevuti da nessuno, forse si sono fermati da qualche usciere dell’Assessorato.
Adesso, l’ultima speranza, il Consiglio Comunale adesso ha deciso di  fare una commissione d'inchiesta , ed è un bene che essa si sia fatta, ma l'inchiesta dovrebbe riguardare non ignoti, ma  quegli uomini politici che hanno sostenuto il centro-destra dell’asse Bronte-Grammichele-Acireale, molti dei quali ancora oggi vogliono distruggere il presidio ospedaliero. L'illusione di alcuni leader acesi  è che smantellando Giarre,  Acireale possa diventare ospedale di primo livello è del tutto infondata, si tratta solo di una manovra elettoralistica. Non esiste né la qualità dei servizi né una adeguata  dimensione degli stessi per poter legittimare queste ambizioni.
Se si vuole difendere l'ospedale di Giarre  bisogna chiedere l'applicazione della legge e degli atti amministrativi e riguardo alla programmazione regionale in materia di ospedalità , e bisogna soprattutto far valere la responsabilità contabile di quanti in questi hanno distrutto una risorsa importante come quella del nosocomio giarrese, affermando delle falsità quale quella che l'ospedale stava per crollare , falsità smentita dalle perizie. Quella politica, o meglio, quella mala-politica  non si è resa  conto che così facendo negava il diritto alla salute dei cittadini giarresi  e minacciava  il posto di lavoro di centinaia di persone, tutto questo sol perché bisognava  sistemare qualche primario in più ad Acireale, magari per ricambiarlo dei servizi elettorali resi in  campagna elettorale.
I giarresi  adesso hanno  bisogno di fatti e non di viaggi della speranza a  Palermo dove nessuno si fa carico di questa farsa-tragedia dell'ospedale di Giarre, di fronte alla quale coloro i quali hanno responsabilità amministrative, se ne hanno il coraggio, devono tirare fuori gli attributi, affrancandosi dall’egemonia di chi ha lavorato per la loro elezione, smettendola con le promesse di “fare qualcosa” mentre l’ospedale muore. Ma ormai appare chiaro a tutti, l’ospedale  di Giarre  sarà svenduto, quindi, per un preciso calcolo politico. Si porterà a termine così l'operazione  che è iniziata già con il silenzio della passata amministrazione. Insomma, i giarresi  che negli ultimi anni hanno premiato il centrodestra con decine di migliaia di voti, vengono ricambiati da una classe dirigente del centrodestra siciliano che gli frega  l'ospedale. Tutto ciò, vale la pena sottolinearlo ancora una volta, anche per la scarsissima rappresentatività del ceto di politico di maggioranza che oggi la città esprime. L'unico modo di invertire questa tendenza è quello di fare a latere della  commissione d'inchiesta un buon collegio di difesa, fatta da avvocati che magari per spirito di servizio difendono le ragioni della città e che si rivolgono alla magistratura ordinaria  e amministrativa per fare chiarezza  sulla incredibile sequela di omissione di atti d'ufficio, di false dichiarazioni, di abusi di potere che hanno consentito in questi anni di smantellare pezzo dopo pezzo l’ospedale di Giarre. Può darsi, come qualcuno dice, che le fattispecie di cui sopra sussistono, oppure tutto ciò non è vero e la classe politico di cui abbiamo parlato non ha responsabilità. Bene, allora non ci dovrebbe essere problema ad affidarsi alla lente della Magistratura…o no?

(Alberto Cardillo - IVespri, 05/10/2013)