Diceva
di avere il background progressista Roberto Bonaccorsi e non perde occasione di giustificare i suoi
atti amministrativi richiamando si all’autorità dei pareri dei soggetti più
disparati. Deve essergli sfuggito però
quello che si dice della perequazione
(istituto del diritto dell’urbanistica non disciplinato nella Regione Siciliana
e introdotto nel PRG Giarrese da un emendamento della maggioranza che
“recepisce” l’atto di indirizzo della giunta) in un libretto edito in
collaborazione tra la fondazione superprogressista di Massimo Dalema
ItalianiEuropei e Cittalia Fondazione Anci Ricerche. Ecco cosa scrive Stefano
Stanghellini (insegna Estimo
all’Universita IUAV di Venezia): “La perequazione, la compensazione e
l’incentivazione urbanistica in ambito nazionale hanno ricevuto finora solo
episodici e parziali riconoscimenti dal legislatore nazionale. E purtroppo talvolta
questi frammentari riconoscimenti sono stati generatori di ulteriori incertezze
giuridiche, come nel caso dei suoli per l’edilizia residenziale sociale come
standard urbanistico aggiuntivo. Talaltra hanno dato luogo a interpretazioni
scorrette,lesive della ragione stessa della pianificazione. Si fa riferimento alla
trascrizione nei registri immobiliari dei “diritti edificatori”generati dalla
perequazione urbanistica, dalle compensazioni o dalle incentivazioni previste
negli strumenti urbanistici (ar56 ticolo 5 comma 3 del decreto legge 70/2011
convertito con lalegge 106/2011). L’obbligo della trascrizione non basta. Il
legislatore nazionale deve aggiungere che i “diritti edificatori” variamente
generati dagli strumenti urbanistici dei Comuni possono trasferirsi solo fra
proprietà immobiliari catastalmente individuate. Occorre ribadire che la loro
generazione e il loro utilizzo hanno finalità progettuali e sono disciplinate
dal piano urbanistico: quindi, questi “diritti edificatori” o “crediti edilizi”
non se ne stanno “in volo”, non fanno “finanza creativa”, non sono
“carta-moneta” prodotta dai Comuni attraverso la pianificazione urbanistica, di
cui un qualsiasi operatore economico può appropriarsi mentre sono “in volo” per
poi negoziarne con il Comune l’“atterraggio” e quindi il valore.” Quanto scrive
il professore è sufficientemente chiaro è quindi dovrebbe essere bene accolto
dall’amministrazione “trasparente”, in più ha il pregio di essere scritto su
una fonte accreditata di grande progressismo che fare sindaco del suo
“background progressista”? Faremo anche di questo assieme alla perequazione
“carta-moneta”? I contorni, le regole, la previsione progettuale, l’idea di
citta cui la perequazione dovrebbe solo essere strumentale non ci sono, che
fare? L’idea poi che dei diritti edificatori se ne stiano “in volo” in attesa
dell’”atterraggio” che genera “valore” rende in tutto e per tutto l’immagine di
una urbanistica esposta alla mercè di avvoltoi della speculazione, in una città
in cui le incompiute sono patrimonio genetico il rischio è che Giarre sarà
esempio della peggiore urbanistica e a quel punto non Basterà né il Mercato del
Contadino né Girare Pagina.
di Spectator
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