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Lo storico saccheggio di Porta Castro |
Giarre è stato approvato lo Schema di Massima del Piano Regolatore Generale. Si sarebbe potuto scegliere la strada del rinnovo dei vincoli scaduti, rinviando a un più esteso dibattito nella città le scelte sulla pianificazione urbanistica, attendendo anche il pronunciamento della Corte dei Conti sul Piano di Risanamento Pluriennale, che sta incontrando non pochi ostacoli, ma che inciderà profondamente nella vita amministrativa della città jonica. Già in passato il Consiglio Comunale giarrese ha rimandato al mittente questo Piano (per 13 volte è mancato il numero legale nella passata consiliatura) che porta la firma dell’ex assessore Nicola Gangemi e dell’Arch. Venerando Russo, già rimasto invischiato nelle vicende mascalesi. Ad alcuni consiglieri coscienziosi della maggioranza e a quelli di opposizione devono essere sembrati troppi gli interessi che ruotavano attorno al Piano e poco coincidenti con quelli della città. Il piano oltre a prevedere un aumento significativo delle cubature edificabili, è stato pure oggetto di un Emendamento della Maggioranza (che recepisce le indicazioni del c.d. “Emendamento dell’Amministrazione”, acrobazie del regolamentari e torsioni giuridiche e qui entra in scena il Sindaco con le sue acrobazie verbali, il saldo volumetrico zero infatti non avrà efficacia con il nuovo PRG in discussione giacché si prevedono nuove aree edificabili. E’ l’ennesimo grande bluff della comunicazione del già vicesindaco stancanelliano di Catania. Uno specchietto delle allodole che può pure far esultare i cittadini lettori dei proclami del sindaco sull’attenzione al consumo di suolo. Una attenzione questa in vero poco sincera, anzi niente più di una boutade comunicativa. Il cemento zero annunciato dal Sindaco in ragione del fatto che Giarre non presentava significativa crescita del numero di abitanti e presentava innumerevoli edifici sfitti e invenduti, necessitava di una riqualificazione del centro storico, è ridotto a buona intenzione per il futuro, ma si sa che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno… della speculazione edilizia e di una pianificazione miope e non sostenibile. Deve essere su questa via che il dirigente deputato a pronunciare un parere ha prima glissato e poi ha dato nei giorni scorsi “parere favorevole”. Dove si sarà trovato l’accordo tra il cemento zero truffa e gli appetiti speculatori? Forse nell’istituto della perequazione urbanistica, introdotto dall’Emendamento dell’Amministrazione, pardon del gruppo consiliare Iniziativa Popolare (scuderia Gangemi). Cosa succede con la perequazione? “l’istituto perequativo usa il termine quote o diritti edificatori per indicare la facoltà, liberamente negoziabile, di edificare per effetto di previsioni urbanistiche perequative. E’ fortemente controversa la natura giuridica di tali fattispecie, tanto che le diverse teorie formulate al riguardo più o meno ripropongono l’intera tipologia delle situazioni soggettive, dal diritto reale al diritto di credito, dall’interesse legittimo all’aspettativa. Invero, le varianti del modello perequativo che prevedono la previa individuazione dell’area cedente e di quella di atterraggio nell’ambito del piano urbanistico consentono a taluni di intravedere un certo carattere di realità del diritto, che però, nel caso di mancata compresenza delle due aree, appare fortemente attenuata, dovendosi peraltro stabilire l’efficacia obbligatoria dei negozi interprivati traslativi di questi diritti (traslazione senza area) nei confronti dell’amministrazione comunale” (G.Sabbato, Consigliere TAR). Si introduce dunque un sistema essenzialmente speculatorio che puo prevedere il trasferimento dei Diritti Edificatori ed una notevole discrezionalità poichè l’intero processo perequativo sarà affare di quello stesso ufficio il cui Dirigente sta in giudizio per i fatti di Mascali e fatta salva la presunzione di innocenza, il buon senso e ragioni di opportunità inviterebbero a non lasciare eccessiva discrezionalità. Ecco come la trasparenza dell’era Bonaccorsi, il “tecnico” che tornava da Catania dopo la disfatta di Stancanelli, consegna le chiavi della città a grigi burocrati. La perequazione in salsa giarrese sarà la mossa del cavallo per il sacco di Giarre e si vedrà o si è già visto in quali aree non edificate stanno insistendo contrattazioni e compravendite. La maniera in cui si è giunti all’approvazione dello schema di massima e gli elementi dello stesso pongono sono avvolti da una nebbia che le risposte ad alcune domande potrebbero diradare, chiarendo così il quadro. Come mai le precedenti due diffide dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ad adottare lo schema di massima del PRG non sono state notificate al consiglio comunale, fino all’arrivo della terza, e dunque i consiglieri comunali sono stati costretti a votare lo schema di massima pena l’insediamento del commissario ad acta? Di chi sono le responsabilità per questa mancata comunicazione? C’è solo colpa o anche dolo, ci troviamo cioè dinnanzi ad una operazione preordinata a coartare la volontà del consiglio comunale? Come mai dopo che nel passato per ben 13 volte era mancato il numero legale per il voto il 28 agosto si è trovato l’”accordo”, quale assetto di interessi si cela dietro questa approvazione? Possono esser resi noti i terreni di proprietà di consiglieri e della giunta o di loro parenti e affini entro il 4 grado e se del caso tenendo conto pure dei terreni di proprietà di società in cui gli stessi risultino soci? Come mai su un atto così rilevante che investe il futuro della città il sindaco e la sua maggioranza non hanno inteso coinvolgere la città, le associazioni, le forze produttive? Come mai il sindaco su una atto così politicamente rilevante ha accettato che la sua maggioranza adottasse un provvedimento redatto dagli uffici seguendo gli indirizzi della maggioranza del precedente sindaco e il cui relatore era assessore al bilancio (lo stesso assessore che aveva redatto assieme agli uffici il piano di risanamento pluriennale che Roberto Bonaccorsi ha stravolto) e all’urbanistica nella giunta Sodano? Forse che per l’urbanistica il sindaco ha trovato positiva la continuità? Come mai non si è proceduto a rinnovare i soli vincoli permettendo che sul PRG si aprisse una nuova discussione che coinvolgesse la città? Se è vero che il nuovo PRG è a saldo volumetrico zero, è altrettanto vero che il nuovo PRG non contempla volumi aggiuntivi rispetto a quello ancora in vigore? Si o no? E se invece sono previsti volumi aggiuntivi è possibile sapere da quale data entrerà in vigore il saldo zero e se realmente entrerà mai in vigore? E se sono stati previsti volumi aggiuntivi per quale tipo di edilizia sono destinati? Se si tratta di edilizia abitativa esiste forse uno studio in cui si stima che la popolazione giarrese crescerà tanto da saturare case sfitte e invendute così da chiederne di nuove? Molte domande certo, ma per un’amministrazione “trasparente” rispondere dovrebbe essere un piacere, ma forse le trasparenze sono per la comunicazione brillante che serve solo a non lasciare che lo sguardo cada sulle opacità. Quelle vanno sempre a finire sotto il tappeto.
Spectator, I Vespri, 13/09/14
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