La settimana scorsa
abbiamo descritto gli elementi costitutivi del piano di riequilibrio varato dal
sindaco plenipotenziario Roberto Bonaccorsi. Per avere un ulteriore punto di
vista abbiamo deciso di sentire l’opinione di Salvo Vitale, che oltre ad essere
uno dei leader dell’opposizione è riconosciuto da tutti come uno dei massimi
conoscitori delle finanze comunali.
Prof. Vitale, l’opposizione è stata sempre
scettica d’innanzi all’ipotesi del piano di riequilibrio decennale, perché?
Prima di tutto mi
sarei aspettato, da parte del sindaco in carica, l’indizione di una assemblea
pubblica in cui discutere e confrontare le due possibilità : piano o dissesto.
Infatti, nel frattempo, era emerso un rilevante disavanzo di amministrazione ,
nonchè, la condizione di ente strutturalmente deficitario. Personalmente non
penso che il piano di riequilibrio sia la panacea di tutti i mali del comune.
Parecchi enti si sono risollevati alla grande dopo la dichiarazione di
dissesto.
Quindi a parer suo il dissesto sarebbe stato
una soluzione migliore?
Il Dissesto sarebbe
stato indolore per i cittadini contribuenti, per i dipendenti e per i precari
del comune che, in ogni caso, potevano essere stabilizzati (Milazzo e Caltagirone enti dissestati, hanno stabilizzato i precari
in servizio). Tutto ciò non è avvenuto. Anche la nuova amministrazione opta per
un piano di riequilibrio, ma di durata doppia: dieci anni a partire dal 2013.
Anche questa scelta, a mio parere, è ovvia: la stessa corte dei miracoli che
supportava il sindaco Sodano è la stessa che,adesso, circonda il nuovo sindaco.
Lei è dunque critico principalmente sull’eccessiva
durata del piano...
Ovvio, questa scelta
decennale di durata del piano, non condivisibile, impegna anche la futura
amministrazione. Al prossimo sindaco non spetterà altro che decidere
sull'orario di apertura dei cinema.
Ma non e' solo questa
scelta che non condivido: i maggiori oneri che si rendono necessari per
ripianare le criticità evidenziate, vengono spalmati linearmente nei dieci anni, piuttosto che concentrarli
nei primi cinque disattendendo una precisa indicazione della corte dei conti.
La precedente
maggioranza consiliare, identica alla attuale, allora si rifiutò di votare le
aliquote Imu al massimo consentito. Questa volta, non solo le approva per il
2013, costringendo i cittadini giarresi a pagare anche per l'abitazione
principale, ma le approva per tutta la durata del piano: dieci anni.
Lo stesso discorso puo
essere fatto per il canone dell' acqua : letteralmente raddoppiato rispetto al
2011,senza alcuna giustificazione delle spese sostenute e da sostenere. Per non
dire della tassa sui rifiuti : non si capisce a distanza di anni quant'e il
costo da coprire. Ma non sono solo queste le manchevolezze da evidenziare.
Molti consiglieri di maggioranza mugugnano in
silenzio per la mancanza di democrazia nelle decisioni da assumere all’interno
della compagine di Governo. Altri come Scuderi hanno alzato la voce contro
questa politica del sindaco. Qual è la sua opinione?
Nella stesura del piano, il consiglio comunale, parte
attrice fondamentale, non è stato tenuto in alcun conto,di fatto esautorato,
messo avanti all’ atto compiuto, senza poter apportare contributi. Di fatto i
consiglieri sono stati trattati come delle comparse. Lo stesso dicasi per il
collegio dei revisori. che dovevano essere coinvolti sin dalla redazione e non
alla fine solo per esprimere un parere. Collegio che e' l'interfaccia con la
corte dei conti che metterà sotto tutela il nostro comune per i prossimi dieci
anni : ogni sei mesi una relazione per verificare che quanto scritto venga
realizzato.
Collegio dei revisori, che non solo non è stato mai
interpellato per la strutturazione del piano, ma che ha ricevuto lo stesso
appena tre (dicasi tre) giorni prima dei consiglieri. Alla faccia della
trasparenza e della partecipazione.
(Alberto Cardillo)